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AGGIORNAMENTO IZSVE

Cimurro, sottogruppo virale in un cane domestico mai vaccinato

Cimurro, sottogruppo virale in un cane domestico mai vaccinato
Il sottogruppo virale, fino ad oggi tipicamente individuato negli animali selvatici, è stato per la prima volta identificato in un cane domestico mai vaccinato.

Lo riporta l'IZSVE in una nota di aggiornamento sull'aumento di casi di cimurro nelle volpi nel Nord Est, che ricorda che per i cani di proprietà, la misura di protezione più efficace contro il cimurro è la vaccinazione, che può essere richiesta al proprio veterinario di fiducia.

Incentivare la vaccinazione dei cani- La situazione contingente suggerisce di incentivare la profilassi vaccinale in primo luogo per i cani che frequentano ambienti aperti- riporta una nota dell'Istituto, segnalando che, a fine aprile il sottogruppo virale fino ad oggi tipicamente individuato negli animali selvatici è stato per la prima volta identificato anche in un cane domestico mai vaccinato.

Al di là di questo evento, l'IZSVE sottolinea che la vaccinazione contro il cimurro è tra quelle sempre vivamente raccomandate per qualsiasi cane di proprietà, indipendentemente dallo stile di vita, poiché questa malattia è ancora presente anche nella popolazione canina.

Nuovo sottogruppo virale- I recenti casi rappresentano un fenomeno epidemico dall’andamento ciclico, già osservato da oltre un decennio nel Nordest. Analisi virologiche molecolari condotte dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie avevano peraltro individuato nelle precedenti epidemie nei carnivori selvatici un nuovo sottogruppo virale, recante una mutazione associata ad un aumento della virulenza.

Pressione virale dall'Est? Sebbene le ondate epidemiche fino ad oggi osservate sembrino esordire nelle zone più Nord-Orientali del Triveneto per poi spostarsi verso ovest, non è al momento possibile stabilire se questo andamento ciclico dipenda effettivamente da una pressione virale dall’est, o piuttosto non sia legato a fluttuazioni nella popolazione di volpi e nella carica virale.

Dai primi mesi del 2018, tramite la sorveglianza passiva (animali morti consegnati alle autorità sanitarie competenti), si sta registrando un incremento di positività per cimurro nelle volpi. I primi casi si sono osservati in Friuli Venezia Giulia, e in un breve lasso di tempo la malattia è stata osservata anche in altre aree del Triveneto, come il Bellunese, l’Alto Adige ed il Trentino. Oltre che nelle volpi, diversi casi sono stati osservati anche nei tassi.