Specie esotiche invasive, è scontro con il MinAmbiente

Il Ministero dell'Ambiente conferma il respingimento delle proposte emendative ritenute "irrinunciabili" dalle Regioni. Che danno parere negativo sul decreto.
E' negativo il parere della Conferenza delle Regioni sullo schema di decreto che adegua l'Italia al Regolamento 1143/2014 per prevenire e gestire la diffuzione delle specie esotiche invasive.

Il 9 novembre, la Conferenza delle Regioni non ha infatti ceduto sulle modifiche che aveva già considerato come "irrinunciabili" nella seduta precedente. La nota del Gabinetto del Ministro Andrea Galletti non ha
Si tratta di tre emendamenti relativi all’istruttoria per il rilascio delle autorizzazioni ( art. 10, comma 1 dello schema di decreto), alle misure di gestione delle specie invasive ampiamente diffuse (art. 22, comma 1) e sulla clausola finanziaria (art.30, comma 1).  In generale le Regioni non condividono l’impostazione di carattere generale data dallo schema di decreto, che richiede alle amministrazioni territoriali "un considerevole impegno in termine di adempimenti, di strutture, di controlli senza risorse alcune”.

Il decreto, nel testo base del Ministero dell'Ambiente prevede, fra l'altro, il coordinamento con la legislazione in materia di organizzazione dei controlli veterinari su prodotti e animali provenienti da Paesi terzi. Questa previsione non rientra fra le misure obiettate dalle Regioni, come pure la previsione del rilascio di un Documento Veterinario Comune di Entrata, quando l'introduzione di esemplari nel territorio della Repubblica italiana, risulti, a seguito dei controlli, a norma di legge. Il Documento Veterinario ( o il nulla osta all'importazione o al transito) andrà presentato all'Autorità doganale per completare gli adempimenti. In caso di respingimento, invece, ne vengono informati il Ministero e gli altri posti di ispezione frontalieri. Quando si tratta di specie animali, l'introduzione avviene attraverso i posti di ispezione frontaliera abilitati.

Specie esotiche invasive, la posizione delle Regioni