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NUOVI TRAGUARDI

Si rinnovano i vertici dell'Associazione Italiana Allevatori

Si rinnovano i vertici dell'Associazione Italiana Allevatori
Eletti i componenti del Comitato Direttivo. Passo successivo l'attribuzione delle cariche. Concluso il mandato del presidente Pietro Salcuni.
Con l'obiettivo del "rilancio della zootecnia italiana", l'Associazione Italiana Allevatori (AIA) rinnova la propria dirigenza. Il 14 luglio, l’assemblea ordinaria dei soci ha infatti eletto il Comitato direttivo che guiderà Aia nel prossimo triennio. I membri eletti sono:
Laura Cenni (allevatrice di bovini di razza Romagnola a Riolo Terme – Ra);
Roberto Chialva (allevatore di bovini di razza Piemontese e Frisona a Tarantasca – Cn);
Roberto Chizzoni (allevatore di Frisone di Bozzolo – Mn);
Floriano De Franceschi (allevatore di Frisone a Castelgomberto – Vi);
Palmino Ferramosca (allevatore di Frisone a Tramutola – Pz);
Daniel Gasser (allevatore di Bruna di Bolzano);
Roberto Nocentini (allevatore di bovini di razza Limousine a Dicomano – Fi);
Germano Pè (allevatore di Frisone a Gussago – Bs);
Ettore Prandini (allevatore di Frisone a Lonato del Garda - Bs);
Vinicio Savone (allevatore di Frisona e Pezzata Rossa ad Anagni – Fr).

A questi vanno ad aggiungersi i membri di diritto: Maurizio Garlappi e Pietro Laterza (razze bovine da latte); Luca Panichi (razze bovine da carne); Franco Moras (razze bovine a duplice attitudine); Stefano Sanna (ovi-caprini); Francesco D’Ausilio (bufali); Andrea Cristini (suini); Luca Marcora (equini); Sergio Pompa (specie minori).

Il Comitato direttivo nella sua prima riunione eleggerà il nuovo Presidente dell’Associazione italiana allevatori. Nello scorso mandato, AIA è stata guidata da Pietro Salcuni, che ha presieduto la Giunta Esecutiva dal 2013 al 2016. Il nuovo Presidente- si legge in una nota dell'Associzione- avrà il compito di portare tutto il Sistema allevatori verso nuovi traguardi, tutelando la distintività del latte e della carne italiana e, al tempo stesso, aumentando l’efficienza delle stalle nazionali in un’ottica di sostenibilità.

Oggi- rimarca la nota-  l’80% circa del latte italiano viene munto in stalle aderenti ad Aia, un dato che spiega con chiarezza il peso determinante dell’Associazione a livello di filiera agroalimentare. Senza mai dimenticare il ruolo di presidio ambientale che i quasi 50mila allevatori attivi nel nostro Paese svolgono quotidianamente, veri angeli custodi di aree del territorio italiano che senza la loro presenza sarebbero destinate al degrado ambientale e al dissesto idrogeologico.