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CONVEGNO ALLISS

OGM: non si peggiori la situazione agricola nazionale

OGM: non si peggiori la situazione agricola nazionale
Arrivano tempestive le conclusioni di un convegno organizzato dall'ISS sugli OGM. Le posizioni 'conservatrici' non prescindano dalla ricerca e dal confronto.
Sono pubblicate sull'ultima edizione del Notiziario ISS le conclusioni del convegno che il 10 febbraio 2015 si è tenuto all'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Il convegno "Gli OGM nella filiera agro-alimentare: una rinuncia ragionata o un'opportunità non colta?" è stato organizzato dal reparto OGM e xenobiotici di origine fungina del Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare (DSPVSA) dell'ISS. Nell'imminenza di importanti decisioni comunitarie e nazionali, la pubblicazione dell'ISS ha il pregio di sintetizzare i temi del dibattito restituendolo ad una dimensione di equilibrio e di consapevolezza.

La posizione di intransigente chiusura assunta dall'Italia sta cominciando a scricchiolare? La scorsa settimana, il Presidente della Commissione ENVI Giovanni La Via, durante il Congresso SIVAR, ha preannunciato una posizione non apocalittica, paventando il rischio di non riuscire a soddisfare il fabbisogno alimentare in zootecnia e di non rendere il nostro Paese competititivo.

Preoccupazioni che hanno trovato spazio al Convegno dell'ISS dove Carlo Brera (direttore del reparto OGM e xenobiotici di origine fungina) ha introdotto gli aspetti più rilevanti che ancora oggi alimentano la contrapposizione di vedute sulle effettive ricadute che si verrebbero a determinare sia nel caso di una autorizzazione all'impiego degli OGM in agricoltura sia a un loro divieto. In particolare, Brera ha sottolineato che nel caso di un'azione conservatrice, che - in base alla recente proroga di divieto della coltivazione - rappresenta attualmente la posizione assunta dalle Autorità competenti italiane, dovrà però essere garantita una maggiore tutela dell'autosostenibilità delle nostre produzioni agricole, per coltivare e produrre di più e con ancora maggiore qualità, ricorrendo il meno possibile all'approvvigionamento di materie prime di importazione. Prendendo ad esempio il settore maidicolo (che si dedica alla coltivazione del mais), si sta registrando una progressiva diminuzione della produzione nazionale (si sta arrivando a una importazione vicino al 40-50%), elevando i costi di esercizio e penalizzando il nostro prodotto dal punto di vista della qualità sanitaria e dei ricavi. Senza contare che comunque il prodotto OGM, seppure non coltivato, entra nella filiera tramite i flussi di importazione che, ad esempio nel caso della soia, registra un quantitativo attorno ai 4 milioni di tonnellate, pressoché tutto GM per soddisfare la richiesta di impiego nel settore zootecnico.

Marzia De Giacomo e Barbara De Santis, del Dipartimento DSPVSA dell'ISS, hanno illustrato obiettivi, metodi e risultati dei principali progetti di ricerca europei sulla valutazione del rischio sanitario per l'uomo e gli animali. In particolare, è stato sottolineato come allo stato attuale delle conoscenze, le ricerche sulla sicurezza degli OGM autorizzati non hanno evidenziato rischi per la salute pubblica e per l'ambiente superiori a
quelli che si verificano nel miglioramento genico tradizionale. E qualora si ipotizzasse un rischio sanitario, la rigorosa procedura di valutazione ne impedirebbe comunque la commercializzazione. Quello che ora si sta cercando di fare è valutare l'impatto socio-economico e ambientale, considerando rischi e possibili benefici, e ricercare nuove vie per un coinvolgimento ancora più ampio e consapevole di tutti gli operatori e dei cittadini nel processo dell'analisi del rischio.

Il Convegno  è stata anche l'occasione per ribadire che la ricerca scientifica su questo specifico tema degli OGM non può e non deve essere mai vietata. Nei prossimi diciotto mesi in cui sarà in vigore il decreto interministeriale, solo la ricerca potrà colmare gap conoscitivi ancora in attesa di una risposta oggettiva, come ad esempio studi per la valutazione nutrizionale e della sicurezza d'uso di piante GM di seconda generazione, analisi comparativa delle variabilità della risposta di animali alimentati con varietà GM e non-GM, la realizzazione di studi di monitoraggio post-market, caratterizzati da una completezza di dati per poter effettuare una correlazione, negli animali prima ancora che nell'uomo, tra trend patologici e alimentazione GM, o infine approfondire a livello nazionale, tramite sperimentazione in campo aperto e in aree dedicate, l'equilibrio tra reale coesistenza delle coltivazioni GM e tutela delle aree protette.

Nel corso del convegno, sono stati presentati i risultati preliminari del progetto di ricerca finanziato dal Ministero della Salute "OGM nella filiera agro-alimentare: linee guida, sistemi di gestione per la tracciabilità e metodi innovativi per il controllo ufficiale", coordinato dal Centro di Referenza OGM (CROGM) dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana.