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INCONTRO FNOVI IHP

AIE, il caso Saphira arriva alla Consulta di Bioetica

AIE, il caso Saphira arriva alla Consulta di Bioetica
IHP auspica una presa di posizione del mondo veterinario nei confronti del Ministero della Salute e dell'Unione Europea per fare chiarezza sullo status dei cavalli positivi all'AIE.

Si è svolta ieri presso la sede della FNOVI la riunione della Consulta Nazionale su etica, scienza e professione veterinaria, sul caso della cavalla soppressa in quanto sieropositiva. In audizione Italian Horse Protection (IHP) che  in un comunicato ringrazia la FNOVI e il suo Presidente Gaetano Penocchio. "Siamo stati ascoltati con grande attenzione e abbiamo potuto commentare i dati statistici e le attuali conoscenze sull'anemia infettiva equina, così come l'assurdità di quello che è accaduto a Saphira"- dichiara Sonny Richichi di IHP. L'audizione ha riguardato il caso della cavalla soppressa  a luglio dell'anno scorso dopo essere risultata positiva al test per l'anemia infettiva equina, sollevato in questi giorni dalla stampa nazionale.

L'IHP aveva chiesto urgenti chiarimenti e aveva inviato un esposto sul modus operandi dei veterinari dell'ASL di Brescia che, "a fronte di una normativa che sempre più favorisce il mantenimento in vita e il benessere di equidi sieropositivi, non aveva concesso neanche un giorno di tempo al proprietario per cercare soluzioni"- dichiara IHP. "Di fronte ai veterinari della FNOVI "abbiamo potuto argomentare tutti gli aspetti della vicenda e, più in generale, la gravissima confusione normativa su un argomento che può riguardare la vita e la morte di animali perfettamente sani, bollati come appestati a causa della scarsa conoscenza della materia da parte dei proprietari e spesso anche degli stessi veterinari"- afferma Richichi.

IHP auspica una presa di posizione del mondo veterinario in duplice direzione: "nei confronti del Ministero della Salute per chiedere una valutazione oggettiva della situazione attuale e di quanto sia veramente necessario un piano di sorveglianza, considerate le evidenze sulla scarsissima pericolosità dell'AIE emerse dopo ben 8 anni di piano di controllo nazionale. E nei confronti dell'Unione Europea per fare chiarezza sul fatto che i cavalli positivi non possano essere abbattuti, se non in presenza di un oggettivo stato di sofferenza dato dalla malattia conclamata".

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