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CP 727 BIS

Daniza, il Gip non archivia l'inchiesta: indagato il veterinario

Daniza, il Gip non archivia l'inchiesta: indagato il veterinario
Il gip di Trento ha deciso di riaprire la vicenda giudiziaria sul caso Daniza: ordine alla Procura di iscrivere il veterinario sul registro degli indagati.

Il gip di Trento Carlo Ancona ha respinto la richiesta della Procura di archiviazione sulla morte dell'orsa Daniza, avvenuta  in corso di cattura: intende verificare la responsabilità del veterinario che ha preparato la dose per narcotizzare l'orsa. Il reato contestato sarebbe quello previsto dall'articolo 727 bis (Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette).

La denuncia e la richiesta di archiviazione- All'inizio di gennaio, la Procura della Repubblica di Trento aveva deciso per l'archiviazione della denuncia contro la Provincia di Trento, parlando di "gestione impropria", ma senza ravvisare reato. La denuncia era stata presentata nei confronti del Presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi, del Vice Presidente Alessandro Olivi e dell' l'Assessore-veterinario all'Agricoltura e Foreste Michele Dallapiccola.

Il Procuratore Giuseppe Amato concludeva auspicando che  il caso Daniza fosse "indicazione utile per il futuro". Secondo la Procura di Trento, infatti, sono state seguite le direttive del Piano d´Azione Interregionale per la conservazione dell´Orso bruno nelle Alpi centro-orientali (PACOBACE) in merito alla cattura di orsi problematici e quindi non è stato ravvisato alcun reato.
Il Procuratore Giuseppe Amato aveva ritenuto "non applicabile" l´art.727 bis c.p. sul presupposto che la morte si sarebbe verificata come conseguenza di un´attività autorizzata, benchè il Procuratore non avesse escluso una gestione non adeguata della crisi subita dal plantigrado durante le fasi della cattura e di somministrazione di una miscela di sedativo composta da Zoletil e Medetomidina.
Ma nelle motivazioni di richiesta di archiviazione, il procuratore Amato riteneva che non vi fosse reato in quanto non vi era dolo o intenzionalità, per cui non sarebbe stato configurabile né il reato di uccisione di animali (544 bis) né il reato di uccisioni di specie selvatiche protette (727 bis). In mancanza di rilevanza penale, il procuratore Amato vede in questo episodio "un'indicazione utile per il futuro: sarà la competente autorità amministrativa a dettare le opportune indicazioni".

Il Gip indaga per maltrattamento- Il Giudice per le Indagini Preliminari, il 10 febbraio, ha depositato il provvedimento con il quale ha respinto la richiesta di archiviazione dell'inchiesta sulla morte dell'orsa durante il tentativo di cattura. Il giudice ha riconosciuto che la ricostruzione della Procura è corretta, ma ritiene che si possa configurare la responsabilità del veterinario che ha preparato la dose per narcotizzare Daniza. Il giudice osserva che si possa configurare una reponsabilità per il reato di maltrattamento di animali. Si tratta di una contravvenzione per la quale è sufficiente una condotta colposa. La Procura aveva escluso anche questa contravvenzione dal momento che aveva ritenuto che il veterinario avesse comunque agito in un quadro normativo chiaro, ovvero le operazioni di cattura dell'orsa rientravano in un caso previsto dalle norme e anche dai protocolli. Il giudice, però, osserva che il protocollo prevede la possibilità di catturare gli orsi problematici, non di ucciderli. Per questo il giudice ordina alla Procura di iscrivere il veterinario sul registro degli indagati La Procura aveva osservato che l'ordinanza è stata adottata seguendo il piano di azione per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi. Però, allo stesso tempo, il veterinario non ha avuto «un'adeguata capacità di contrastare in modo efficace la complicanza della narcosi sostanziatasi nell'ipossiemia indotta dall'uso della medetomidina. Nel momento topico si è verificato un inappropriato approccio da parte del veterinario» (fonte)