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RELAZIONE AL CN FNOVI

Penocchio: l'Ordine professionale nel disordine politico

Penocchio: l'Ordine professionale nel disordine politico
"Istituzione fra le istituzioni". Nè volontariato nè sindacato. La relazione del Presidente FNOVI richiama al ruolo istituzionale degli Ordini.
"Il DDl Lorenzin non sarà una lenzuolata". Lo afferma il Presidente della FNOVI Gaetano Penocchio nella sua relazione agli Ordini provinciali, presentata al Consiglio nazionale di Firenze e ora pubblicata integralmente sul sito della Federazione. Nel principio costituzionale della sussidiarietà (prossimità degli enti territoriali ai cittadini) gli Ordini trovano la loro ragione d'essere, a dispetto di confuse politiche riformiste che si sono sempre servite delle liberalizzazioni per contrastare un sistema ordinistico sbrigativamente liquidato come un centro di interessi corporativo. Una correzione di rotta che superi il "disordine politico" è dunque possibile recuperando il senso e il ruolo autentico dell'Ordine professionale.

Il DDL Lorenzin "non sarà una lenzuolata"- si legge nella relazione- bensì una riforma organica che con le logiche liberalizzatrici-abolizioniste "non condivide alcuna analogia". Al contrario il testo - ora all'esame della Commissione Igiene e Sanità del Senato definisce correttamente l'Ordine professionale, nel suo ruolo istituzionalmente preposto alla tutela della fede pubblica attraverso professionisti abilitati dallo Stato all'esercizio della medicina veterinaria. "Siamo istituzione fra le istituzioni"- afferma Penocchio- ricordando come  il DDL Lorenzin preveda il riassetto delle articolazioni ordinistiche su basi regionalizzate e della funzione disciplinare nei confronti degli iscritti che violano il patto deontologico con i cittadini.

Ma è solo la politica a non avere chiaro il ruolo e la funzione ordinistica? Nella relazione per il Consiglio nazionale di Firenze, il Presidente FNOVI ha svolto passaggi di lucida autocritica della percezione che talvolta gli Ordini hanno di se stessi e della propria missione. Al tempo stesso, Penocchio ha indicato nella scarsa collaborazione istituzionale, le ragioni di limiti oggettivi al pieno esercizio della funzione ordinistica, quando non adeguatamente riconosciuta e valorizzata dalle altre istituzioni.

"Non siamo il sindacato degli iscritti"- "Non siamo il sindacato di 30 mila medici veterinari, siamo l'ente pubblico di riferimento per 60,6 milioni di italiani (Istat 2014), che hanno diritto ad alimenti sani e sicuri e ad una convivenza con le popolazioni animali garantita sul piano sanitario, ambientale ed etico-sostenibile"- afferma Penocchio che invita gli Ordini ad abbandonare "una visione vetero-provinciale dell'aggregazione fra amici", e apensarsi piuttosto come "rappresentanza esponenziale" della professione. "Nonostante non si possa generalizzare- è scritto-  è ancora dominante la percezione dell'Ordine come centro di interessi particolari e non di responsabilità generali, cioè pubbliche. Per questo, la Fnovi sta elaborando iniziative per te nere viva la partecipazione e per qualificarla. È allo studio un piano di formazione politico-istituzionale che renda più consapevoli del proprio ruolo tanto le cariche ordinistiche che gli iscritti.

"Non siamo dei volontari e non facciamo volontariato" -  Molteplici i richiami- nella relazione del Presidente FNOVI- alla funzione istituzionale e pubblica dell'Ordine professionale. "Svolgiamo funzioni pubbliche inquadrate nell'ordinamento legislativo, siamo cariche elettive, teniamo Albi e gestiamo contributi obbligatori"- prosegue Penocchio. "A differenza di chi fa volontariato, assumiamo un mandato e abbiamo degli obblighi. Una diversa interpretazione dell'incarico che ci viene conferito dallo Stato per il tramite degli iscritti, che fosse basata su disponibilità incostanti, volontaristiche e quindi incerte, dovrebbe essere severamente censurata. Un mandato ordinistico, anche se non prevede compenso economico, è un dovere istituzionale. Non è mai volontariato. Un mandato ordinistico comporta il dovere di atti e funzioni, impegni e responsabilità che se assunte ad intermittenza si chiamano omissioni. Nella gestione di un Ordine di volontario c'è solo la libertà di non candidarsi all'incarico. Ciò che non si può pretendere dal volontario è invece legittimamente atteso da una carica dell'Ordine- continua Penocchio-  in nome della responsabilità pubblica che ha assunto davanti allo Stato, ai cittadini e ai propri iscritti".

Gestione trasparente e  funzione disciplinare. La gestione trasparente, etica ed efficiente di un Ordine "è imperativa"- afferma Penocchio ricordando che da quest'anno la Legge  impone di rendere pubblici i procedimenti disciplinari a carico degli iscritti, per offrire ai cittadini una garanzia in più rispetto alla pubblicità dell'abilitazione tramite l'Albo: la garanzia di non incorrere in un professionista temporaneamente o permanentemente interdetto all'esercizio professionale. "Siamo Ordini che fanno fino in fondo il proprio dovere?- è la domanda che la relazione non esita a porre alla platea dei Presidenti degli Ordini". Rifiutando approcci tacciabili di populismo o giustizialismo o "di essere incalzati da sensazionalismi mediatici", Penocchio afferma: "Dobbiamo avere l'onestà intellettuale di ammettere una certa inerzia nell'essere fino in fondo garanti del rispetto del Codice Deontologico del Medico Veterinario. Pochi ancora gli Ordini che istruiscono procedimenti disciplinari, troppi quelli che ritengono di non assumerne il gravoso onere per un quieto vivere ordinistico che rasenta la complicità o il corporativismo più deteriore. Se vogliamo il bene del nostro corpus professionale non dobbiamo temere l'onestà di ammettere che non siamo abbastanza incisivi nell'azione disciplinare, non quanto i cittadini si aspettano, non quanto i professionisti deontologicamente probi meritano".

Che l'Ordine possa fare l'Ordine- D'altra parte, la relazione afferma con forza che "un Ordine conscio del proprio ruolo sconta notevoli difficoltà, quand'anche fosse impegnato ad istruire i procedimenti dovuti, per una scarsa collaborazione da parte delle istituzioni giudiziarie nel coordinarsi con l'Ordine professionale in caso di indagini a carico degli iscritti, dall'apertura dei fascicoli alla condanna/assoluzione finale. Non abbiamo trovato sorda alle esigenze di collegamento istituzionale l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha riconosciuto- su espresso intervento della Fnovi- il diritto dell'Ordine a conoscere l'esito di eventuali istruttorie a carico degli iscritti per violazioni del Codice del Consumo". Analoga collaborazione istituzionale fra l'Agenzia delle Entrate e l'Ordine, nella previsione di raccordarsi con quest'ultimo in caso di sospensione d'ufficio dall'Albo per reiterata omissione di fatturazione.  Tutta da impostare invece "la collaborazione con il Ministero delle Finanze in seguito alla recente entrata in vigore della Delega Fiscale che ha previsto la presenza degli Ordini professionali nella istituenda Commissione per la stima e monitoraggio dell'evasione fiscale".

"Il nostro obiettivo- dichiara Penocchio- è quello di un sistema ordinistico in cui tutti, dal Presidente all'ultimo iscritto credono in quello che fanno. In cui tutti organizzano la loro vita istituzionale avendo chiara l'appartenenza a un ente pubblico che non ha interessi di partes, ma che ha dei compiti e dei doveri".