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IMPRENDITORI IPPICI

Una Carta dei diritti del Cavallo per un rinnovamento etico dell'ippica

Una Carta dei diritti del Cavallo per un rinnovamento etico dell'ippica
I veterinari ippiatri della Commissione Tutela Salute e Benessere del cavallo hanno scritto la Carta dei diritti del Cavallo.

Presentata il 14 aprile, in occasione dell'assemblea generale di Imprenditori Ippici Italiani, la Carta dei diritti del cavallo è pubblicata sul sito web dell'associazione. Il documento vuole essere una dichiarazione di impegno attivo nei confronti della tutela dei cavalli e uno strumento al servizio di una riforma che si prefigge , nella trasparenza e nella legalità, un rinnovamento culturale ed etico.

Il documento si compone di 9 articoli che si concentrano sul "rispetto delle leggi nazionali e internazionali, delle norme e dei regolamenti sportivi" (art. I); sul "diritto ad una identificazione precisa fondata su nome, microchip e verifica del DNA e sul documento di identità (passaporto)" (art. II); sulla necessità di ricoveri adeguati (art.IV) e della massima libertà di movimento possibile (art.V); cercare di evitare sofferenze, paure e maltrattamenti (art. VI) e divieto assoluto di "trattamento con sostanze o pratiche proibite dai regolamenti sportivi e/o codici etici" (art. VII); diritto al pensionamento dell'equino (art.VIII).

La "Commissione Tutela Salute e Benessere del Cavallo", si è costituita nel maggio 2013 in seno ad Imprenditori Ippici Italiani ed è oggi composta da veterinari Ippiatri liberi professionisti con competenze diversificate e maturate nei diversi comparti del settore (allevamento, ippodromi, centri di allenamento, formazione...). Fanno parte della Commissione Tutela Salute e Benessere del Cavallo i veterinari Germano Di Corinto, Cesare Rognoni e Giordana Marcolini (Coordinatrice della Commissione) e Paola Gulden (Senior President SIVE).

CARTA DEI DIRITTI DEL CAVALLO - I doveri e le responsabilità degli uomini sono i diritti dei cavalli
Premessa
Poiché in qualsiasi attività sportiva o ludica, con o senza profitto, il cavallo è la parte più debole della relazione uomo - cavallo, si deve tener conto degli obblighi e oneri che tale relazione impone all'uomo, sia nel più alto rispetto del senso etico che della legge vigente. I Soci e Tesserati di Lega Ippica Italiana riconoscono che ogni azione mirante a sviluppare tale relazione dovrà essere finalizzata al rispetto del cavallo inteso come essere senziente e improntata all'impegno di garantire al cavallo, quale che sia il campo di utilizzo tra quelli retti dalla Lega Ippica, condizioni di vita adeguate e soddisfacenti al mantenimento della sua salute, del suo equilibrio psico-fisico e del suo benessere. Pertanto i Soci e Tesserati si impegnano integralmente ad assicurare al cavallo, qualsiasi sia l'attività che svolge, generando o meno un profitto, i seguenti diritti:

articolo I
Diritto ad una gestione responsabile e consapevole in qualsiasi momento della sua vita, dalla nascita, all'allevamento, alla sua carriera sportiva fino alla sua stessa morte, nel rispetto della sua natura di essere senziente e della sua individualità, delle leggi nazionali e internazionali, delle norme e dei regolamenti sportivi.
articolo II
Diritto ad una identificazione precisa fondata su nome, microchip e verifica del DNA e sul documento di identità (passaporto) che attesti con esattezza, in qualsiasi fase e momento della sua vita, chi ne è proprietario e responsabile. Pertanto assicurano l'iscrizione all'anagrafe degli equidi ivi inclusi tutti gli eventuali passaggi di proprietà, gli spostamenti sul territorio (ivi inclusi furto o smarrimento) e le attestazioni di morte.
articolo III
Diritto ad essere nutrito e custodito conformemente alle caratteristiche di specie, razza, sesso ed età, e alle sue individuali esigenze fisiologiche e fabbisogni, evitandogli alimenti, sostanze o modalità di somministrazione che possano comprometterne la salute e il benessere nell'immediato e nel futuro.
articolo IV
Diritto di poter disporre di ricoveri, sia che si tratti di box o di capanni in paddocks, adeguati nelle dimensioni alla sua taglia e tipologia (ed almeno nel rispetto delle misure stabilite dalle varie normative) ed in grado di consentire il raggiungimento e al mantenimento della condizione di equilibrio psico-fisico che sta alla base della condizione di benessere e salute. Tali condizioni si applicano anche ai cavalli a riposo per fine carriera e a quelli oggetto di sequestro. I ricoveri devono rispondere ai requisiti di sicurezza nella tipologia e nel materiale di costruzione e devono essere strutturati in modo da evitare al cavallo e all'uomo il rischio di traumi, lesioni o patologie. Devono essere attrezzati per la corretta somministrazione degli alimenti e dell'acqua, che deve essere sempre disponibile e potabile, essere di facile manutenzione per le operazioni di pulizia ordinaria e straordinaria ed ispezionabili, garantendo ventilazione, temperatura e luce in regime di comfort.
articolo V
Diritto di poter vivere e riposare in un ambiente pulito sia che si tratti di box o di paddock e in regime di massima libertà di movimento possibile.
Qualora esistano indicazioni specifiche di carattere sanitario o altro, gli animali che vengono tenuti legati devono essere gestiti sotto responsabile sorveglianza e la contenzione deve minimizzare ogni possibilità di rischio. Le pratiche di contenzione coercitiva o punitiva, in cui gli animali sono costretti in posizioni innaturali e dolorose sono vietate e considerate maltrattamento.
L'utilizzo di poste come zona preferenziale di riposo e in cui al cavallo, in quanto legato, è impedito di sdraiarsi, è sempre vietata. Il cavallo ha il diritto di utilizzare, anche in box, le proprie modalità alimentari cibandosi, almeno del fieno, a terra e di avere la possibilità di svolgere, anche quando non abbia a disposizione un paddock, un'attività fisica di base e di relazione coi propri simili.
articolo VI
Diritto che le persone direttamente coinvolte in azioni a lui destinate, (ivi inclusi i trasporti, i trattamenti medici, le pratiche di mascalcia fino all'eutanasia o la macellazione), siano adeguatamente e rigorosamente formate, informate e sempre consapevoli delle sue peculiarità etologiche ed esigenze, al fine di evitargli sofferenze, paure o maltrattamento
articolo VII
Diritto di non essere, per nessuna ragione, sottoposto ad alcun trattamento con sostanze o pratiche proibite dai regolamenti sportivi e/o codici etici. Inoltre, che qualsiasi trattamento, riguardante la sua salute e benessere venga gestito da un veterinario, il quale lo tratterà con scienza, coscienza e professionalità, nel rispetto del proprio codice deontologico e della legge.
articolo VIII
Diritto che la fine della sua carriera sportiva non significhi anche la fine della sua vita e che diventi impegno assoluto del suo Proprietario ogni sforzo per il suo reinserimento in altre attività o il suo pensionamento.
articolo IX
Diritto che qualsiasi sia la sua destinazione finale, la fine della sua vita non gli procuri sofferenze e maltrattamenti. (fonte)