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LINGUA BLU

On Pili: la Sardegna rischia la sua più grande industria

On Pili: la Sardegna rischia la sua più grande industria
Interrogazione urgente del deputato sardo dopo sopralluoghi con i veterinari. Chiesto l'intervento della Protezione Civile.
"La più grande industria della Sardegna, quella ovina, è a rischio. In questi ultimi giorni e settimane il fenomeno della cosiddetta Lingua Blu (blue tongue) ha raggiunto drammaticamente tutte le province dell'isola".
 Lo dichiara il deputato sardo Mauro Pili secondo il quale "si tratta di una situazione che sta divenendo ora dopo ora sempre più grave con punte del 100% delle aziende di singoli territori contaminate dal letale virus che non lascia scampo alle greggi. Dal sassarese al medio Campidano si vive in uno stato di preoccupazione elevatissimo proprio perché si rischia di perdere l'intero patrimonio zootecnico sardo. Serve un intervento immediato. A rischio è il più grande patrimonio zootecnico dell'area mediterranea, quello più rilevante del nostro Paese, con oltre 3 milioni e mezzo di ovini. Serve un'azione urgente e senza ulteriori ritardi".

Il parlamentare ha svolto una serie di sopralluoghi tra ieri e oggi in diversi ovili del cagliaritano e del medio campidano con l'ausilio di produttori, tecnici e veterinari. Nel corso delle verifiche sono state valutate anche le azioni urgenti da mettere in campo per cercare di arrestare il dilagare del virus. Tutti elementi che sono stati immediatamente trasmessi al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin attraverso un'interrogazione parlamentare nella quale chiede un'azione urgente. "E' indispensabile un piano d'azione cui deve partecipare la Protezione civile nazionale".

"I mesi di settembre e novembre possono essere decisivi per un'ulteriore moltiplicazione delle larve e dei vettori della malattia", ha avvertito Pili. "Occorre intervenire sia sul bestiame, sia sulle aree a rischio riproduzione del vettore.  Dev'essere attivata una campagna urgente, considerato che finora risulta essere stata efficace e comunque limitate".

Il parlamentare sardo sollecita un tavolo tecnico-scientifico esteso anche alle organizzazioni degli allevatori "che consenta di valutare con urgenza alcune questi imprescindibili, come il ricorso alla vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini, intervento di fatto obbligatorio, considerato che vengono escluse da qualsiasi ristoro dei danni le aziende che non vaccinano". Pili ipotizza anche "un piano di monitoraggio sulle aziende teso a intervenire in modo puntuale e non generico per l'eliminazione dei capi colpiti e di quelli a rischio".

Nell'interrogazione al ministro della Salute, Pili chiede di sapere, tra l'altro, "perche' la profilassi vaccinale sia iniziate ad agosto, con la malattia gia' conclamata, con temperature attorno ai 40 gradi e con animali adulti gia' in stato di gravidanza avanzata; "se il ministero sia a conoscenza di eventuali programmi di profilassi vaccinale per la campagna produttiva 2013-2014 e se non intenda attivare in Sardegna, di concerto con la Regione, strutture di ricerca e monitoraggio, alla pari di quelle di Teramo.