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RELAZIONE

Antitrust di nuovo contro il decoro e l'accesso programmato

Antitrust di nuovo contro il decoro e l'accesso programmato
Il Garante della Concorrenza torna in Parlamento con un leit motiv: il decoro professionale non è qualità. Nell'odierna audizione al Parlamento, il Garante Giovanni Pitruzzella punta nuovamente il dito contro le professioni. Avvocati e notai in particolare, ma con motivazioni che riguardano la deontologia e l'ordinamento di altre professioni, inclusa quella medico-veterinaria.

L'Antitrust torna a criticare il ricorso al concetto di "decoro professionale": "La piena efficacia delle norme che hanno recentemente liberalizzato il settore delle libere professioni- è scritto nella relazione-  risulta ancora ostacolata dalla permanenza di riferimenti normativi alla adeguatezza" del compenso del professionista  rispetto al "decoro professionale" e alla "importanza dell'opera".

La relazione aggiunge che "condotte dei professionisti o degli Ordini professionali, che si richiamino alle suddette norme, possono condurre di fatto ad una reintroduzione surrettizia delle tariffe di riferimento per le prestazioni professionali, vanificando la portata liberalizzatrice delle succitate misure normative. Inoltre, il riferimento all'"adeguatezza" della tariffa, oltre che estremamente generico, non è affatto necessario per garantire la qualità delle prestazioni, a fronte, peraltro, del potere in capo agli ordini professionali di indagare sulla corretta esecuzione della prestazione professionale nel suo complesso, secondo parametri qualitativi".

L'Autorità torna, infine sul numero programmato: "Permangono ancora ingiustificati ostacoli all'accesso alle professioni, già nella fase di ammissione ai corsi universitari formativi per il futuro svolgimento della professione. Infatti, in fase di individuazione del numero chiuso per l'accesso ai corsi di laurea, l'art. 3, comma 1, della legge 2 agosto 1999, n. 264, prevede, tra i criteri, che si debba tenere conto del "fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo", criterio non strettamente legato all'offerta formativa delle università e idoneo a restringere ingiustificatamente l'accesso ai corsi di laurea prodromici all'esame di abilitazione professionale.