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ANTITRUST

Riforma compiuta, ma Ordini ancora troppo presenti

Riforma compiuta, ma Ordini ancora troppo presenti
Apprezzando "in senso pro-competitivo" la riforma delle professioni, l'Antitrust teme "passi indietro".

Al Garante della Concorrenza e del Mercato piacciono in particolare: la soppressione del riferimento alle tariffe, la fissazione esplicita del termine massimo entro cui decadranno le norme degli ordinamenti professionali in contrasto con le nuove disposizioni ( il 12 agosto); l' esplicita ammissione della possibilità di ricorrere alla forma societaria secondo i modelli regolati dal titolo V e VI del libro V del codice civile.

Nella sua relazione al Senato, pubblicata oggi sul sito agcm.it, Giovanni Pitruzzella parla di un "disegno liberalizzatore" che si è "completato", ma "permangono alcune criticità regolatorie da superare perchè all'origine di rilevanti inefficienze che impattano negativamente sulla competitività dell'intero sistema".

E allora la speranza è affidata a quel DPR appena approvato dal Consiglio dei Ministri: "la prevista emanazione di un d.P.R. per la riforma degli ordinamenti professionali (ex art. 3, comma, 5, del d.l. n. 138/2011) costituisce la più corretta sede per rimuovere le incrostazioni regolatorie che residuano nel settore". Quali?

L'Autorità ritiene che in esso possa trovare spazio l'introduzione di misure da tempo auspicate con particolare riferimento: alla separazione delle attività di gestione degli albi da quelle di verifica disciplinare; alla revisione delle riserve di attività e dei regimi di incompatibilità alla pubblicità dei professionisti.

Pur apprezzando la previsione dell'obbligo per il professionista di seguire percorsi di formazione continua permanente, l'Autorità ha tuttavia evidenziato i rischi di discriminazione concorrenziale derivanti dalla decisione di attribuire agli Ordini la predisposizione dei percorsi di aggiornamento, formazione e specializzazione dei professionisti.

Con riguardo all'istituzione dei consigli di disciplina, l'Autorità ha commentato criticamente la circostanza secondo la quale tali organi dovrebbero essere composti esclusivamente da professionisti appartenenti all'Ordine, non garantendosi i requisiti di necessaria terzietà, e ha conseguentemente suggerito di integrare la composizione dei consigli di disciplina mediante la partecipazione di soggetti esterni.

Nel caso specifico della Veterinaria, il Garante della Concorrenza torna a contestare la presenza degli Ordini al Tavolo tecnico della programmazione del Miur, in quanto rappresentanti delle professioni sul mercato.

Pertanto, "l'Autorità continua a rivolgere specifica attenzione in primis al settore delle libere professioni".