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IN SENATO

Benessere animale, con recepimento miglioramento “apparente”

Benessere animale, con recepimento miglioramento “apparente”
La Commissione Politiche Europee sta esaminando i criteri di recepimento della Direttiva 63/2010. Auspicato un approccio non ideologico al tema del benessere degli animali. Imminente l'adozione del parere.

In particolare, il senatore Francesco Ferrante ha osservato che "le modifiche apportate dalla Camera dei deputati non siano tutte pertinenti, risultando, in alcuni casi, addirittura controproducenti". Nel corso della seduta del 14 marzo, il Senatore ha citato in particolare, l'obbligo di inserire un esperto di metodi alternativi all'interno di ogni organismo preposto al benessere degli animali e nel Comitato nazionale per la protezione degli animali usati a fini scientifici, rilevando come "si tratti di una figura professionale non disciplinata dall'ordinamento vigente, che rischia pertanto di rendere impossibile la costituzione dei suddetti organismi".

Analogamente, la lettera b) dell'articolo 14 (art. 16 nel testo uscito dalla Camera dei Deputati) "appare più ampia rispetto al dettato della direttiva, in particolare per quanto riguarda l'utilizzo delle scimmie antropomorfe", mentre la lettera c) (divieto di allevamenti di primati, cani e gatti destinati alla sperimentazione) è "apparentemente ispirata alla tutela del benessere animale", ma " consentirebbe, in realtà, l'importazione degli animali dall'estero, inclusi Paesi extraeuropei nei quali gli standard di allevamento e di trasporto potrebbero essere più bassi". Ferrante ha quindi invitato la Commissione a "riflettere su modifiche, come quelle descritte, che apparentemente rappresentano un miglioramento del benessere degli animali, ma che, in realtà, risultano peggiorative".

Nella stessa seduta ha preso la parola la senatrice AMATI (PD) ricordando come l'articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea vincoli l'Unione e gli Stati membri "a tenere pienamente conto - nella formulazione e nell'attuazione delle politiche dell'Unione in settori quali l'agricoltura, i trasporti, il mercato interno e la ricerca e sviluppo tecnologico - delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti". Ha quindi concluso che l'allineamento compiuto dalla Camera dei deputati sia "un buon risultato", "pur sussistendo senz'altro ulteriori margini di miglioramento", in particolare in merito al sistema ispettivo, alle condizioni di trasporto e all'ampliamento della tutela a tutte le specie di primati.

Sull'impianto di recepimento pesa complessivamente il dubbio che si ecceda i limiti della delega comunitaria e si vada oltre illivello regolamentare comunitario.
E' la stessa Camera dei Deputati a rilevare, nel dossier trasmesso al senato che alcuni divieti (lettere c) ed e) "non appaiono presenti nella direttiva 2010/63/UE né nell'attuale disciplina interna e che l'art. 2, paragrafo 1,
della medesima direttiva sembra ammettere che le disposizioni interne assicurino una protezione più estesa degli animali (utilizzati a fini scientifici) solo qualora le stesse fossero già vigenti alla data del 9 novembre 2010".
Il Dossier rileva inoltre che "il divieto di cui alla lettera f) appare più generale e restrittivo rispetto alle norme in materia di anestesia ed analgesia poste dalla direttiva 2010/63/UE55 e dall'attuale disciplina interna. Nel documento è contenuto anche un rilievo terminologico: "sarebbe preferibile usare - anziché il termine "primati" - la locuzione "primati non umani".

pdfLARTICOLO SUL RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA 63 2010.pdf25.37 KB