Letta sul Bollettino Ufficiale, la mozione del Consiglio Regionale della Lombardia contro la "vivisezione" appare più efficace nel porre un freno nell'immediato alle attività di sperimentazione per fini didattici e scientifici che a promuovere l'utilizzo di sistemi alternativi all'uso di animali. Ancora prima che sia stata recepita nell'ordinamento nazionale la Direttiva 2010/63 CE.
La mozione impegna infatti la Giunta ad "attivarsi presso il Ministero della Salute per una moratoria da applicarsi alle nuove richieste di autorizzazione e di estensione delle strutture di allevamento e di detenzione di animali destinati alla sperimentazione ed alle autorizzazioni già in essere". Fra queste, il documento del Consiglio Regionale cita il caso specifico della struttura «Green Hill» di Montichiari, "che dovrà essere trattata con la massima urgenza".
Il documento chiede che si "restringa al massimo la possibilità di utilizzare animali per la vivisezione", "evitando sperimentazioni superflue e già riportate in letteratura". La mozione cita il Report annuale 2002 dell'americana Pharmaceutical Research and Manufacturers, in cui "soltanto un candidato farmaco su cinquemila sperimentati viene introdotto sul mercato, uno su mille supera i test preclinici (su animali) e, tra i selezionati, solo uno su cinque passa i test clinici (sull'uomo)".
E sempre nella mozione si legge che "l'Ufficio dì farmacovigilanza dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) segnala un preoccupante aumento delle reazioni avverse ai farmaci che porterebbero a confermare l'inattendibilità della sperimentazione animale".