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IL CAVALLO NEL REDDITOMETRO, ANCHE LA FISE DICE NO

IL CAVALLO NEL REDDITOMETRO, ANCHE LA FISE DICE NO
Contro il trattamento fiscale del cavallo considerato indicatore di lusso dal redditometro si pronuncia anche la FISE. Dopo la richiesta di ANMVI e SIVE di escludere gli equidi dal nuovo redditometro,anche la FISE prende posizione. Così non si favorisce l'auspicata destinazione dei cavalli a fine carriera alla categoria dei non produttori di alimenti. La penalizzazione fiscale subita dal cavallo è un argomento troppo importante per non mobilitare tutto il settore equino. Dopo la protesta innescata da ANMVI e SIVE, i consensi e le interrogazioni parlamentari e le sinergie con il mondo allevatoriale, anche la FISE prende ufficialmente posizione e scrive ai Dicasteri competenti.

Sul sito ufficiale della Federazione Sport Equestri è stata resa pubblica la lettera del Presidente Andrea Paulgross: "La prima osservazione che s'impone - scrive - è la mancata valutazione delle diverse situazioni che si riscontrano nella realtà, ben diverso è l'onere per il mantenimento di un cavallo impiegato nelle corse rispetto a quello impiegato negli sport equestri o utilizzato per diporto o tenuto a livello amatoriale o destinato all'allevamento. Sarebbe come non differenziare dal punto di vista di indicatore contributivo il possesso di una barca a remi da un mega yacht di 20 metri".

"Ben diverso -aggiunge il Presidente - è l'onere sostenuto per un cavallo mantenuto in proprio o in pensione come ben diversa è l'attenzione dovuta dal punto di vista fiscale al cavallo da reddito o al cavallo che svolge una funzione socialmente rilevante quando d'affezione o impiegato nella Riabilitazione Equestre".

"Si aggiunga a quanto esposto - conclude- che l'auspicata destinazione dei cavalli a fine carriera alla categoria dei NON produttori di alimenti destinati all'uomo già ne rende impegnativa la detenzione da parte dei proprietari. L'imposizione fiscale impropria preventivata la renderebbe insostenibile".