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SOCCORSO STRADALE, LE ASL NON SONO IN GRADO

SOCCORSO STRADALE, LE ASL NON SONO IN GRADO
Non hanno le strutture, non hanno le risorse, non hanno il personale e non hanno la formazione. Le Asl lamentano di non essere nelle condizioni di ottemperare agli obblighi di soccorso stradale. Una circolare del Ministero della salute le invita a dotarsi di pronto soccorso. ANMVI: le strutture veterinarie private sono indispensabili. Serve un protocollo d'intervento.

Dopo l'approvazione in Parlamento delle modifiche al Codice della Strada, il Ministero della Salute ha scritto ai Servizi Veterinari Regionali, ai Comuni e per conoscenza ai Carabinieri del Nas.

La nota è del 4 agosto e riguarda le novità sugli obblighi di soccorso stradale agli animali incidentati: "Dai suddetti nuovi adempimenti deriva l'inderogabile necessità di assicurare il servizio di reperibilità e pronto soccorso per animali da parte di tutte le Amministrazioni competenti".

Le Regioni hanno ricevuto e girato la nota ministeriale alle Asl del territorio invitandole a garantire il rispetto delle nuove disposizioni. E le Asl già lamentano di non essere nelle condizioni per farlo: non hanno le strutture, non hanno le risorse, non hanno il personale e non hanno la formazione clinica adeguata ai casi di emergenza. In Veneto, a detta del sindacato dei veterinari di medicina pubblica, "mancano le cliniche dove ricoverare gli animali incidentati", il canile rischia di diventare "un punto di lungo degenza" e i veterinari pubblici non possono diventare "specialisti per decreto" .

C'è da credere che la situazione veneta non sia molto dissimile da quella di altre realtà regionali.

Per questa ragione l'ANMVI all'indomani dell'entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, ha interessato il Ministero dei Trasporti competente in materia e il Ministero della Salute sollecitando una definizione di alcuni aspetti attuativi delle nuove regole, che - è il caso di ricordarlo- non sono ancora pienamente in vigore. La cornice legislativa infatti risente, oggi, della mancanza di un decreto specifico del Ministero dei Trasporti che completi il quadro normativo. L'incompiutezza del nuovo Codice della Strada è stata del resto sottolineata proprio da una circolare della Polizia della Strada. Ad esempio, le ambulanze per il soccorso di animali sono ferme e il trasporto in "stato di necessità" non è ancora definito.

Ecco perché, a fronte dell'incompiutezza del nuovo quadro normativo, appare quanto meno arbitrario ritenere che una norma regolata dai Trasporti e che ricade in primo luogo sull'utente della strada, debba necessariamente essere accasata ai Servizi Veterinari delle Asl. Che questo fosse l'intento del Ministero dei Trasporti andrebbe quanto meno chiarito in quel tavolo Trasporti-Salute che l'ANMVI ha già chiesto.

La soluzione non potrà non far leva sulla presenza di strutture veterinarie private che già oggi non hanno le carenze strutturali, professionali e di preparazione clinica che le Asl riconoscono di non avere. Sarà necessario completare il quadro anche con un protocollo di intervento deciso fra tutti gli attori del sistema, per evitare che il cittadino esposto ad un obbligo non sia nelle condizioni di adempierlo e l'animale incidentato non sia adeguatamente curato.

A meno che i Ministeri di competenza non vogliano far propria la visione sindacale del problema esposta in Veneto, in base alla quale "l'inevitabile necessità di convenzionare strutture specialistiche per intervenire nelle situazioni più complesse" sia da respingere come una sciagura per gli interessi sindacali della veterinaria pubblica. Quella stessa visione sindacale del problema che- lontana da una analisi istituzionale e imparziale - antepone del tutto coerentemente con le proprie posizioni di protesta legate alla "vertenza salute", "la necessità di ricalibrare le risorse umane e strumentali della veterinaria pubblica".

L'ANMVI vuol credere che le istituzioni di Governo sapranno sviluppare considerazioni diverse sulle questioni di fondo del problema che sono senza dubbio economiche e che, proprio per questo, vanno affrontate seguendo il principio della razionalizzazione della spesa pubblica, del ricorso al convenzionamento con le strutture veterinarie private autorizzate dalle Regioni, nelle quali si è già investito in formazione specialistica e continua (Ecm) per saper affrontare come si conviene "l'enucleazione del bulbo oculare di un gatto per trauma facciale".

Allegati
pdf LA NOTA DEL MINISTERO DELLA SALUTE.PDF