Eccola l'iniziativa che piace ai Deputati del PD che hanno messo la firma sotto l'articolo I dispiaceri della carne trasformandolo in interrogazione parlamentare. Una iniziativa sostenuta dall'allora Ministro Zaia che promette "carne di qualità a chilometro zero e a poco prezzo per le famiglie italiane". La Fnovi scrive agli interroganti. Eccola l'iniziativa che piace ai Deputati del PD che hanno messo la firma sotto l'articolo
I dispiaceri della carne trasformandolo in
interrogazione parlamentare. E' una iniziativa commerciale di
Unicarve (Associazione dei Produttori di Carni Bovine del Triveneto) e supermercati
Crai in provincia di Treviso, che prometteva "carne di qualità a poco prezzo per le famiglie italiane".
"Un'iniziativa che valorizza la carne italiana - dichiarava l'allora Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia alla confererenza stampa per il lancio del progetto- sinonimo di qualità e sicurezza, e un aiuto concreto a tutte le famiglie che faticano ad arrivare alla quarta settimana del mese. L'iniziativa consentirà ad una famiglia di tre persone di mangiare per un mese carne di qualità, garantita da una tracciabilità completa, con la formula "dal produttore al consumatore", ad un prezzo inferiore ai 50 euro".
Il progetto annunciava la partenza con un test, con la collaborazione della Camera di Commercio locale, dalla provincia di Treviso, area individuata per mettere a punto la logistica e il sistema di raccolta degli ordini, ma sarà poi proposto ad altre regioni con la stessa formula. Secondo il progetto, in tutti i punti vendita Crai della provincia di Treviso sarà possibile ordinare una confezione di circa 5 kg di carne di qualità "a km zero" ad un prezzo contenuto: i consumatori potranno infatti scegliere fra tre tipi di pacco, che costeranno - sulla base del peso e delle parti scelte - fra i 37 e i 49 euro".
La carne contenuta negli "Scrigni" di Unicarve-Crai è dotata di tracciabilità totale (etichettatura facoltativa data dall'adesione delle aziende al Disciplinare di etichettatura IT010ET di Unicarve, riconosciuto dal MIPAF). Il consumatore, dichiaravano i promotori, potrà "vedere in faccia" anche l'allevatore che ha prodotto quella carne, e visitare virtualmente la sua azienda agricola, semplicemente digitando nel sito di Unicarve il codice stalla dell'azienda, indicato nell'etichetta della carne acquistata. Tutti i soggetti distano pochi chilometri tra loro e, rispetto alle enormi distanze percorse dalla carne proveniente dall'estero, si può quasi definire a km. "0".
Terminata la conferenza stampa il Ministro, ricordava il suo impegno per l'etichettatura dei prodotti agricoli, ed invitava i media a dare un'informazione corretta "per evitare allarmismi che, come successo con "mucca pazza" e con "l'aviaria", hanno messo in ginocchio migliaia di aziende agricole, a fronte di nessun caso mortale realmente accertato nel nostro Paese".
Lezione nient'affatto imparata come dimostrano le ultime finte inchieste giornalistiche e il prevedibile quanto cattivo uso politico che se ne fa. La Fnovi ha scritto a deputati del PD: vi siete adeguati agli standard del giornalismo non etico.