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GENERICI? VETERINARIA DIVERSA DALL' UMANA

GENERICI?  VETERINARIA DIVERSA DALL' UMANA
"Generico o no, per il veterinario c'è una priorità prescrittiva e terapeutica". Intervistato da AdnKronos Salute, Carlo Scotti ha parlato di farmaci generici in veterinaria: c'è un orientamento favorevole in tutte le sedi competenti, ma il sistema dei generici per l'uomo non è sovrapponibile tout court a quello delle cure per gli animali".

Farmaci generici veterinari? "Come associazione abbiamo però promosso un confronto con l'industria del farmaco e con il ministero della Salute, per verificare se e come possa trasporsi in campo animale la filosofia del medicinale equivalente che vale in campo umano". A spiegarlo all'AdnKronos è Carlo Scotti, Past president dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi).


Nei confronti dell'allargamento dell'accesso ai generici in campo animale, "c'è un orientamento di principio favorevole in tutte queste sedi - assicura Scotti - ma le norme che disciplinano l'impiego del farmaco veterinario richiedono ulteriori approfondimenti, riferiti anche ai tempi e ai costi di registrazione, e il superamento di alcuni limiti al sistema distributivo italiano. Va poi precisato che il farmaco veterinario ha un impianto normativo molto rigoroso, che deve tenere conto di risvolti di sanità pubblica e di sicurezza alimentare quando l'animale è produttore di alimenti o può diventarlo, come nel caso del cavallo. Questo di per sé basta a rendere l'idea di come non sia sovrapponibile 'tout court' il sistema dei generici per l'uomo a quello delle cure per gli animali".


"I medici veterinari - evidenzia però Scotti - chiedono di poter prescrivere e impiegare innanzitutto farmaci veterinari efficaci, sicuri e a prezzi contenuti. Generico o no, per il veterinario c'è una priorità prescrittiva e terapeutica. Parlando di animali da compagnia, il problema maggiore che oggi incontriamo nei nostri ambulatori riguardo al farmaco veterinario è la sua pronta disponibilità e la copertura di tutte le esigenze terapeutiche. Questi due aspetti potrebbero essere in gran parte risolti se i medici veterinari potessero dispensare direttamente i medicinali all'interno delle proprie strutture. A nostro avviso, se quando parliamo di generici lo facciamo per una questione di costi, il fatto di aprire il sistema distributivo ai veterinari potrebbe anche favorire una diminuzioni dei costi".


Scotti ribadisce poi la necessità di non ricorrere mai il 'fai da te' per curare un animale e di evitare anche l'uso imprudente o eccessivo dei medicinali: in questo senso "la prescrizione dei farmaci da parte del medico veterinario è fondamentale. Il trattamento farmacologico di un animale, da compagnia o da reddito, non può assolutamente prescindere dalla decisione e dalla scelta terapeutica fatta da uno specialista. E se i veterinari potessero distribuire il farmaco veterinario - aggiunge - darebbero una risposta radicale a questa domanda, perché ci sarebbe un maggiore controllo sulla prescrizione del farmaco e si avrebbe anche la garanzia che l'animale sta ricevendo esattamente il trattamento deciso dal veterinario. Il rapporto con il medicinale - conclude - deve dunque sempre essere mediato dal medico veterinario". (Adnkronos Salute)