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SENZA NUMERO CHIUSO RISCHIO “IPERCONCORRENZA”

SENZA NUMERO CHIUSO RISCHIO “IPERCONCORRENZA”
La revisione dei criteri di programmazione universitaria sollecitata dall'Antitrust espone al rischio di "iperconcorrenza incontrollata". Lo sostiene Confprofessioni Sanità in un comunicato diffuso a seguito delle critiche dell'Antitrust al numero programmato per l'accesso alle facoltà. Dopo le tariffe e la pubblicità, l'Antitrust torna a criticare il numero programmato, ritenendolo foriero di "ingiustificate limitazioni all'accesso all'esercizio di una professione" e alla concorrenza tra professionisti.

Secondo Carlo Scotti dell'Anmvi, coordinatore di Confprofessioni-Sanità, il parere del Garante della Concorrenza e del Mercato sul numero chiuso ai corsi di laurea in odontoiatria "è una seconda spallata al sistema delle professioni, a poche settimane dall'accusa di fare resistenza alle liberalizzazioni. Dopo le tariffe e la pubblicità, è la programmazione universitaria ad essere nel mirino del Garante".

"Tutto questo- dichiara Roberto Callioni, presidente di Andi (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) e rappresentante dell'Associazione in Confprofessioni-Sanità - scaturisce dalla mancanza di una riforma delle professioni in grado di attualizzare il settore. Gli ultimi attacchi allo status professionalenon tengono conto del rischio di una iperconcorrenza. Un sistema dell'accesso con flussi incontrollati, sia interni che esterni- aggiunge Callioni, richiamandosi anche alla libera circolazione dei professionisti in Europa- andrebbe solo a discapito della qualità della prestazione sanitaria e delle garanzie al paziente".