''I sindaci dicono che non ci sono soldi per combattere il randagismo in Sicilia, ma in realta' alla regione sono stati destinati fondi per 3 milioni di euro. Sulla possibilita' che su questo specifico settore si siano innescati interessi diversi vogliamo andare a fondo''. La Sicilia "sconta un ritardo gravissimo", in materia di applicazione della legge del ‘91 che detta misure sulla lotta al randagismo e il ministero della Salute intese andare a fondo sulla possibilita' che "si siano innestati interessi diversi" in questo ambito. E' quanto ha affermato il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, nel corso della trasmissione televisiva Uno Mattina. Martini ha ricordato che la normativa "istituisce una diversificazione delle responsabilita' e sul territorio la responsabilita' e' del sindaco, il quale e' tenuto a tutelare la salute pubblica e il benessere animale attraverso il recupero dei cani vaganti, l'identificazione attraverso microchip e la sterilizzazione che permette di controllare la popolazione canina". "I sindaci dicono che non ci sono soldi - ha aggiunto il sottosegretario - ma abbiamo in realta' destinato fondi e in particolare in Sicilia piu' di 3 milioni di euro negli ultimi anni. Sulla possibilita' che su questo settore si siano innestati interessi diversi vogliamo andare a fondo".
Martini ha quindi fatto notare di aver sviluppato "un grande rapporto di collaborazione con l'assessore alla Sanita' della Regione, Massimo Russo": gli incontri e i vertici che saranno fittissimi nel prossimo periodo - ha concluso - aiuteranno finalmente a sviluppare "una seria politica di tutela dal randagismo anche in Sicilia". (AGI)