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ORDINI, NAPOLITANO FIRMA IL DDL MASTELLA

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Il Ddl Mastella per il riordino delle professioni intellettuali, con la firma del Presidente della Repubblica sarà trasmesso alle competenti Commissioni Giustizia e Attività Produttive della Camera in settimana. Intanto il Ministro svolgerà, fra oggi e domani, la relazione sull’attività del suo Dicastero. In merito alla riforma degli ordini, il Guardasigilli dichiara: “Le continue interruzioni del processo di riforma del sistema professionale italiano – che affondano le proprie radici nelle commissioni ministeriali degli anni ’70 – stanno inibendo al nostro terziario intellettuale la possibilità di cambiare in profondità, e di dotarsi di un maggiore orientamento all’innovazione. Ed in più hanno creato competizioni di competenza fra Ministri che hanno ulteriormente accentuato le difficoltà. Al tempo stesso, i confini del sistema non cessano di crescere: gli iscritti agli Albi nel 2005 erano 1 milione e 828 mila persone, mentre gli esercenti le professioni non regolamentate erano circa 4 milioni. Accanto alle professioni tradizionali sono cresciute, infatti, un notevole numero di attività intellettuali nuove, a fronte del quale si è sviluppato un tessuto associativo ancora in formazione, ma molto attivo. Gli ordini sono al momento 27, mentre le Associazioni professionali non regolamentate sono 160. La riforma delle professioni deve quindi essere rimessa nell’agenda politica al più presto, per non fare perdurare l’attuale stato di confusione e di conseguente deterioramento del tessuto professionale e di quello associativo a questo collegato. Nella scorsa Legislatura una commissione costituita presso il Dicastero della giustizia elaborò una bozza di riforma che aveva ricevuto molti consensi e da cui si può ripartire con opportuni aggiustamenti. Ci sono, da un canto, i ben noti indirizzi dell’Unione europea e c’è, dall’altro, una nostra peculiare esperienza; nel mezzo c’è l’esigenza di adeguare il sistema degli ordini professionali alla realtà di oggi, soprattutto per meglio soddisfare i bisogni dell’utenza. Alcune cose vanno riviste ed aggiornate, senza tuttavia cedere all’idea di una completa ed assoluta liberalizzazione che, andando oltre i benefici di una fisiologica concorrenza, potrebbe determinare lo scadimento della prestazione professionale estremizzando la logica del “costo sempre più basso”. L’istituzione degli ordini, la disciplina della loro autonomia e il relativo controllo non costituiscono un anacronistico interventismo bensì una garanzia per l’utenza perché lo Stato non può disinteressarsi di prestazioni che spesso toccano bisogni e diritti fondamentali dei cittadini".