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DE CASTRO: ORDINANZA INCIDE SU CINOFILIA

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L’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana ringrazia il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, on. Paolo De Castro “ per l’intervento diretto in atto nei confronti del Ministro della Salute, on. Livia Turco, in riferimento alla ordinanza pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 13 gennaio 2007 concernente la “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani”. L’on. De Castro, scrive il Presidente dell’ENCI Domenico Attimonelli, “ha infatti rilevato come tale ordinanza incida sul patrimonio zootecnico del nostro Paese ricordando che sarebbe stata opportuna una preventiva consultazione del suo Dicastero. Il Ministro evidenzia l’assoluta necessità di consentire interventi che hanno prevalentemente natura funzionale, in particolare, ricorda che il taglio della coda può assolvere ad una finalità di prevenzione di quelle infezioni che possono essere contratte dai cani da lavoro. Il Ministro segnala anche che gli obblighi di contenzione previsti dall’art. 2 dell’ordinanza sono notevolmente ampliati rispetto alle disposizioni del regolamento di polizia veterinaria e suscitano perplessità in ordine alla loro applicazione nelle manifestazioni zootecniche sia di lavoro che di bellezza.Per quanto concerne l’elenco delle razze canine a rischio di maggiore aggressività, contenuto nell’ordinanza, il Ministro rileva che non vi è corrispondenza rispetto a un precedente parere espresso in merito dal Consiglio Superiore di Sanità, nel quale non vi è indicata la razza Rottweiler e ritiene opportuno realizzare un incontro per la ricerca di una soluzione condivisa delle problematiche rappresentate”. All’emanazione dell’ordinanza, l’ENCI ha lamentato che il Ministero della salute “non abbia sentito l’esigenza di coinvolgere, nella fase preparatoria di tale ordinanza, l’Ente degli allevatori cinofili, che avrebbe potuto collaborare sviluppando una serie di argomentazioni di tipo zootecnico comunque indirizzate alla tutela del benessere animale”. L’ENCI ha stigmatizzato “ l’inconsistenza scientifica di una lista di tipologie canine "a rischio di aggressività", e si è riservato “ valutare il provvedimento e di assumere tutte le iniziative che riterrà necessarie a tutela dell'allevamento cinofilo italiano”.