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PUGLIA, POLEMICHE SU CATTURA GATTI

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Antonio Vaglio, direttore del dipartimento di prevenzione della ASL Lecce/2 di Maglie replica oggi sul Nuovo Quotidiano di Puglia al Vice Presidente di ANMVI Puglia che ieri dalle pagine dello stesso giornale aveva avanzato a nome dell’Associazione critiche ai sistemi di monitoraggio dell’influenza aviaria, in particolare, per quanto attiene alla cattura di gatti. A Ugento, zona di sorveglianza H5N1, sono stati presi dieci felini ai quali sono stati effettuati dei prelievi di sangue e dei tamponi faringei destinati alla Facolta di Veterinaria di Bari. “ I gatti sono stati avvicinati in modo amichevole- dichiara Vaglio- , non sono stati “sparati” con la cerbottana per essere addormentati e solo in alcuni casi gli animali sono stati sedati per effettuare i prelievi. Sono stati microchippati e rimessi in libertà. Nessun allarmismo, ma io sono seriamente preoccupato. Credo che sia nostro dovere cercare di capire cosa sta accadendo. Siamo davanti a un virus che non conosciamo, è come avere a che fare con un nemico invisibile. Tacciare di follia il tentativo di conoscere cose allo stato non conosciute è un pò come ripercorrere l’oscurantismo del Medioevo o la filosofia di John Locke e David Hume. Se ad un virus notoriamente imprevedibile come quello dell’influenza aviaria vengono fornite tante opportunità è naturale prepararsi a spiacevoli sorprese. Si fa presente che il monitoraggio per virus influenzale nei gatti randagi delle sole aree di protezione, è inteso come attività che mira ad avere utili informazioni epidemiologiche sull’eventuale passaggio del virus influenzale dai volatili selvatici ai gatti. Riteniamo soprattutto che le popolazioni che vivono nelle zone in cui sono stati trovati cigni positivi al virus influenzale H5N1, abbiano il diritto di avere queste informazioni anche alla luce delle notizie venute dalla Germania e dall’Austria negli ultimi giorni” Si tratta secondo Vaglio di “offrire elementi di certezza per evitare di mettere la testa sotto la sabbia. In merito al ruolo del gatto nella epidemiologia influenzale, oltre ai dati riferiti dalle autorità tedesche ed austriache, a puro titolo di informazione, si riferisce il dato pubblicato su Science 2004, in cui è stato evidenziato che i gatti infettati con H5N1 hanno trasmesso il virus a soggetti conviventi ed il dato riportato su Emerging Infectuous Disease su un gatto morto per H5N1 in Thailandia dopo aver mangiato una carcassa di piccione. Si concorda pienamente on il fatto che tutte le operazioni devono essere fatte nel rispetto del benessere degli animali. Ma anche in merito a questo teniamo a precisare che i veterinari dell’ASL hanno competenze per trattare gli animali nel pieno rispetto del benessere animale”.