Un attento monitoraggio sull’attività gestionale delle casse, anno per anno. Più controlli sulle politiche di investimento. I sistemi di previdenza privata superano l’esame del Parlamento, ma con qualche raccomandazione. La relazione conclusiva della Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, presieduta dall’On Francesco Amoruso, se da un lato ha premuto l’acceleratore nei confronti della gestione della previdenza pubblica per le difficoltà di ordine funzionale e gli elevati costi, dall'altro non ha mancato di approfondire la sostenibilità economico-finanziaria nel medio-lungo periodo degli enti privati. Iniziata nel giugno del 2005 e conclusa nei giorni scorsi, l’indagine mette l’accento sulle politiche di investimento che devono sempre essere effettuate nella consapevolezza che trattasi di somme destinate al pagamento delle pensioni e quindi all’efficienza della loro gestione. Le Casse devono, in altri termini, garantire la qualità e la redditività dei propri investimenti sia immobiliari che mobiliari puntando sempre ad una valorizzazione complessiva del loro patrimonio.
Le Casse controllano male i propri conti? La Commissione ritiene che, ancorchè aventi natura privata, per enti e casse potrebbe essere auspicabile un intervento “politico” finalizzato a indicare delle linee guida di riforma. Emerge in particolare la necessità di rivedere il sistema dei controlli.
” In merito all’Enpav- commenta il Presidente Alessandro Lombardi- come evidenziato nella stessa relazione della Commissione, il trend delle nuove iscrizioni negli ultimi anni ha consentito di far registrare un rapporto iscritti/pensionati in costante crescita. Al riguardo gli ultimi dati previsionali riferiti all’esercizio corrente consentono di valutare attorno al 4,4 la percentuale di incremento della platea degli assicurati, con conseguente previsto innalzamento a 3,9 del rapporto tra iscritti e pensionati. Le raccomandazioni formulate dalla Commissione di estendere ad almeno 40 anni l’arco temporale per valutare lo stato di salute degli enti privatizzati e di rivedere il controllo relativo alla riserva legale sono inoltre aspetti sui quali l’Enpav si è già da tempo allineato; in entrambi i casi si può affermare che il nostro Ente possa guardare al futuro con un cauto ottimismo.Sotto il profilo della riserva legale, ad esempio, gli ultimi dati di consuntivo disponibili (esercizio 2004) hanno fatto registrare una consistenza del patrimonio netto dell’Ente al 31.12.2004 ampiamente superiore al limite delle cinque annualità richieste dalla normativa. Tale copertura, infatti, è pari a 14,61 annualità delle pensioni in essere al 31/12/1994 e a 7,16 annualità di quelle al 31/12/2004. Ed anche le ultime proiezioni attuariali al 31.12.2003 hanno evidenziato un sensibile miglioramento dell’equilibrio della gestione rispetto ai corrispondenti dati del precedente Bilancio Tecnico. Il primo saldo negativo si registra infatti nel 2026 anziché nel 2019, mentre l’esaurimento del patrimonio si realizza nel 2041 anziché nel 2029, spostando in avanti di dodici anni il momento di criticità. D’altra parte - osserva il Presidente dell'ENPAV- nei sistemi previdenziali l’esperienza insegna che occorre monitorare costantemente la situazione per avere a disposizione il tempo necessario per studiare eventuali interventi correttivi. Agire per tempo e con coerenza consente infatti di adottare misure non traumatiche, ma efficaci per il riallineamento del sistema nel lungo periodo.A tal fine il Bilancio Tecnico rappresenta un importante strumento per verificare, almeno ogni tre anni come prevede la normativa, l’andamento della gestione e valutarne di volta in volta lo stato di salute. L’attenzione degli Organi Amministratorial riguardo conclude Lombardi è sempre alta nell’impegno di garantire la sostenibilità del sistema nel medio-lungo periodo e consentire il mantenimento di quel principio di equità intergenerazionale che garantisca ai giovani che entrano oggi nel mondo del lavoro la certezza di percepire una prestazione pensionistica al termine della vita lavorativa.”.