“A seguito dei casi di mortalità e sintomi clinici rilevati in alcuni cigni migratori, la cui migrazione anomala e' da mettere in relazione alle temperature eccezionalmente fredde che si stanno verificando nel nord Europa e nei Balcani, riscontrati nelle regioni Sicilia (province di Messina e Catania), Calabria (province di Reggio Calabria e Vibo Valentia) e Puglia (provincia di Taranto)” e “considerato che tutti i campioni prelevati dai soggetti rinvenuti morti e dai soggetti con sintomi clinici riferibili ad influenza aviaria, sono stati inviati al Centro nazionale di referenza di Padova che in data 11 febbraio 2006 ha confermato la presenza di virus H5N1 già preliminarmente evidenziato dagli Istituti zooprofilattici sperimentali dei distretti territoriali competenti”, il Ministro della Salute ha emanato l’ordinanza 11 febbraio 2006 Misure Urgenti di Protezione per Casi di Influenza Aviaria ad Alta Patogenicita' negli Uccelli Selvatici.
Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di ieri, l’ordinanza si applica per tutto il tempo necessario, tenuto conto dei fattori geografici, amministrativi, ecologici ed epizootici che riguardano l'influenza aviaria, per almeno ventuno giorni nel caso della zona di protezione e trenta giorni nel caso della zona di sorveglianza a partire dalla data in cui e' stato isolato un virus dell'influenza aviaria H5 raccolto da un caso clinico negli uccelli selvatici.
Il provvedimento stabilisce zone di protezione e sorveglianza attorno ai luoghi in cui la malattia e' stata rilevata negli uccelli selvatici e che dette zone devono essere limitate a quanto necessario per prevenire l'introduzione di virus influenzale negli allevamenti di volatili domestici limitrofi. L’allegato che elenca Le zone soggette a restrizione è soggetto a modifica a seconda dell’evolversi della situazione.