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AVIARIA, CANI E GATTI IN ALLEVAMENTI?

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“I cani e i gatti che hanno accesso agli allevamenti avicoli non rappresentano un pericolo”. E’ la risposta ad una delle domande più frequenti rivolte dai cittadini al call center 1500 attivato dal Ministero della Salute. Alla domanda “ Che cosa fare nei piccoli allevamenti per prevenire la malattia?” il Ministero della salute risponde ritenendo “ necessario impedire che animali selvatici vengano a contatto con gli animali allevati, installando ad esempio doppie reti antipassero ed evitando la presenza di acqua di abbeveraggio esposta all'ambiente esterno”. Il Ministero aggiunge che “I cani e i gatti che hanno accesso agli allevamenti avicoli non rappresentano un pericolo, ma serve evitare che vengano a contatto con i volatili per escludere che possano diventare un veicolo di trasmissione della malattia ad altri allevamenti di volatili”. Fra le domande e le risposte registrate ieri dal numero verde 1500 del ministero della Salute vi sono state le seguenti: Quali sono i sintomi dell'influenza aviaria negli animali? La maggior parte dei virus influenzali aviari non provoca sintomi oppure sono attenuati. Come si infetta l'uomo e quali sono i sintomi? Usualmente, i virus dell'influenza aviaria non infettano gli uomini ma sono state riportate sporadiche infezioni umane. Serve il contatto diretto con animali infetti (vivi o morti) oppure con le feci, urine, saliva e secrezioni respiratorie. Sicure invece le carni carni bianche o le uova dopo cottura (70 °C). L'incubazione e' da due a sette giorni, puo' variare da un quadro simil-influenzale a forme piu' gravi, caratterizzate da infezioni diffuse, quadri polmonari particolarmente gravi, che possono mettere a rischio la vita. E’ utile la vaccinazione antinfluenzale? Si'. Non permette una protezione specifica ma rafforza le difese del sistema immunitario. Il Pollo comprato al Supermercato o in macelleria è sicuro? Si', la sicurezza delle carni di pollame vendute nelle macellerie e nei supermercati e' attestata dal bollo sanitario. Congelando la carne si uccide il virus? Il congelamento (in particolare il congelamento lento che si ottiene conservando gli alimenti a temperature intorno ai 18 -20° C) non e' in grado di distruggere il virus dell'influenza aviaria eventualmente presente in prodotti alimentari. Con il congelamento si ottiene solo una riduzione della carica infettante, ossia del numero di virus vitali presenti nel prodotto infetto. Ma nei prodotti avicoli italiani il problema non si pone in quanto l'influenza aviaria non e' presente in Italia e qualora ci fosse le carni di animali infetti non sarebbero mai commercializzate. Cosa fare quando si trova un volatile morto? Chi se ne deve occupare? Non toccarlo e tenersi a distanza, richiedere l'intervento del servizio veterinario della asl competente o i vigili del fuoco e possibilmente fornire segnalazione all'istituto zooprofilattico. Isolare la carcassa ed attendere che personale adeguatamente protetto provveda a recuperarla. Se si tratta di specie non sensibili all'influenza aviaria, spetta di norma ai comuni la rimozione delle spoglie di animali morti. Cosa fare se nel pollaio ci sono segnali di malattia o decessi di animali? Avvertire immediatamente il servizio veterinario della ASL, non avvicinarsi alla carcassa e non consentire a nessuno di avvicinarsi e non portare fuori dall'allevamento animali ed oggetti venuti a contatto con gli animali presenti, attendere l'intervento degli addetti della ASL adeguatamente protetti per il recupero delle carcasse e per l'adozione dei provvedimenti di polizia veterinaria per l'estinzione del focolaio di malattia. Quali sono le specie che si possono ammalare di aviaria? Le specie di selvatici da monitorare, individuate dall'Unione Europea sono: oche, anatre, pavoncelle, gabbiani, cigni. I piccioni, i passeri e gli storni non sono specie sensibili alla malattia e non rappresentano un pericolo di trasmissione. In Italia ci sono pericoli di trasmissione della malattia all'uomo? Allo stato attuale no. In Italia la malattia e' stata riscontrata solo in animali selvatici. E' importante comunque ricordare che nei paesi in cui si sono verificati casi umani, la trasmissione della malattia e' avvenuta per uno stretto contatto con volatili domestici attraverso secrezioni e feci disseccate degli animali. Le misure introdotte sabato dall'Italia sono state confermate ieri da Bruxelles con una decisione comunitaria, per dare certezza giuridica su quanto sta facendo il nostro Paese nei confronti degli altri partner europei e dei paesi terzi.