In Italia si registrano 400-700 casi di morsi da cani all'uomo ogni anno e non sono rari gli eventi fatali. La stima e' del biologo ed etologo Enrico Alleva dell'Istituto Superiore di Sanita', secondo il quale l'aggressione subita ieri sera da una bambina di sei anni da parte di un rottweiler rappresenta un ''caso emblematico'' che rilancia l'esigenza di una maggiore conoscenza dei comportamenti animali anche da parte degli stessi proprietari.
I rottweiler, insieme ai pitt bull, ha affermato Alleva, ''sono le razze in testa alle classifiche statunitensi per quanto riguarda incidenti gravi o mortali ed i bambini sono le vittime piu' frequenti. Il caso di oggi - ha commentato - e' dunque paradigmatico''. Purtroppo, oggi, ha affermato Alleva, ''la vita di citta' ed i ritmi frenetici hanno fatto perdere quel rapporto diretto che, fino a pochi decenni fa, si aveva con gli animali ed e' quindi piu' difficile conoscerne i comportamenti''.
Il punto, ha sottolineato l'esperto, e' che spesso ''i cani sono trattati come persone, come membri della famiglia e si pensa che anche il loro comportamento debba essere 'in linea' o adattarsi a quello degli umani. Cosi', gli animali si trovano a vivere in piccoli nuclei, in ambienti ristretti, molte volte sono ipernutriti e obesi, sono nevrotici e depressi. Soffrono, cioe', di questa condizione innaturale in cui si trovano a vivere''. E sono proprio queste condizioni di vita, ha rilevato Alleva, che ''possono creare una sofferenza psicofisica nell'animale predisponendolo ad una maggiore aggressivita'''. Nel caso della bimba di Pescara, secondo l'esperto, ''e' probabile che si sia innescata una 'miscela esplosiva': un cane non perfettamente addestrato e qualche gesto particolare da parte della bimba o il fatto che gli si sia avvicinata troppo''. Ad ogni modo, ha concluso Alleva, ''e' necessaria una maggiore cultura e conoscenza dei comportamenti degli animali domestici, soprattutto da parte di chi li possiede''. (ANSA).