La seconda riunione tecnica al Ministero della Salute per la definizione del tariffario minimo veterinario non si terrà, come inizialmente previsto, a fine mese. I rappresentanti della veterinaria (FNOVI e ANMVI) hanno infatti chiesto un rinvio. Il prossimo incontro potrebbe quindi essere fissato verso la metà di febbraio.
La Commissione per la definizione di un tariffario veterinario con valore di legge si è riunita l’ultima volta nel mese di dicembre; è composta da due rappresentanti della Fnovi, un rappresentante dell’Anmvi, tre rappresentanti del Ministero della Salute, due rappresentanti dell’Istat e un rappresentante del Ministero dell’Economia e Finanze. L’ANMVI ha delegato il Collega Giorgio Neri, già consulente tecnico designato dalla Federazione. Il tariffario consterà di circa 2000 voci e in base alle richieste della Direzione Generale risorse umane del Ministero dovrebbe comprendere tariffe minime e tariffe massime.
Su questo punto si è registrata la contrarietà dell’ANMVI: “I valori minimi ha dichiarato il Presidente Carlo Scotti- sono garanzia di qualità e di correttezza, ma i valori massimi previsti dal disciplinare del Ministero della Salute pongono un problema nuovo e costituiscono motivo di forte preoccupazione”. L’ANMVI si dichiara soddisfatta della determinazione con cui il Ministero della Salute intende finalmente attribuire un tariffario nazionale alla nostra professione, ma nel contempo estremamente preoccupata per i criteri di calcolo per la definizione delle tariffe che rischia di portare a minimi che non corrispondono alla realtà dei costi che vengono sostenuti dalle strutture veterinarie. “Gli stessi criteri di calcolo – aggiunge Scotti- applicati alle tariffe massime portano poi a distorsioni ancora più evidenti rispetto alla realtà del nostro quotidiano professionale. Ci sono molte cose da correggere e per questo non considero affatto maturi i risultati dell’ultima riunione al Ministero”. Le voci del tariffario nazionale dovranno essere aggiornate periodicamente, probabilmente ogni biennio per il costo del lavoro e ogni anno per gli altri valori. L’ iter burocratico prevede che alla conclusione dei lavori ministeriali il tariffario venga trasmesso al Consiglio Superiore di Sanità. Il tariffario sarà soggetto a revisione ogni quinquennio.