Associazione per delinquere finalizzata alla concussione, peculato, abuso d'ufficio, falso e truffa aggravata ai danni di decine di titolari di esercizi commerciali alimentari di Bari (bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, alberghi, pub e panifici). Queste le accuse con cui sono stati posti agli arresti domiciliari sette persone tra cui il dirigente del dipartimento di prevenzione (Sian) della Ausl Bari 4, dirigenti medici, ispettori d'igiene, tecnici della prevenzione ed ex funzionari del Sian.
Secondo i carabinieri, le indagini hanno permesso di individuare una societa' che attraverso la collusione di dirigenti e dipendenti del servizio igiene dell'alimentazione (Sian) dell'Ausl Bari/4, aveva monopolizzato l'espletamento delle pratiche di autocontrollo degli esercizi pubblici. Inoltre, il sodalizio criminale nonostante le segnalazioni - del Nas e di altri organi di controllo - per l'adozione di provvedimenti amministrativi e sanitari nei confronti degli esercenti non in regola, non avrebbe adottato alcun provvedimento. Un laboratorio di analisi cliniche aveva monopolizzato il disbrigo delle pratiche per il rilascio della certificazione Haccp senza avere ne' i macchinari ne' la struttura adatta per eseguire quel tipo di controlli: per questo motivo, nel corso delle indagini, il laboratorio fu chiuso per circa 10 mesi per poi essere riaperto dopo aver adempiuto ad una serie di prescrizioni.
I fatti contestati fanno riferimento al periodo compreso tra il 2003-2004 e si sono avvalsi di circa 50mila ore di intercettazioni telefoniche.Una di questa risale al settembre del 2003 quando responsabili del laboratorio di pasticceria 'Aida' di Bari contattano i vertici del Sian perche' sono preoccupati dello stato in cui si trovano i macchinari in uso presso lo stand della Fiera del Levante in cui vengono prodotte e confezionate, in occasione della Campionaria, decine di migliaia di merendine vendute ai visitatori. Dopo che i carabinieri del Nas hanno controllato lo stand e trovato muffa in alcune merendine, dall'Aida parte una telefonata allarmata ai funzionari del Sian: ''Se venite dateci una mano a non guardare bene'', dice l'interlocutore. E il direttore del Sian risponde: ''Non vi preoccupate interverro' sull'avvocato per dimostrare che il campione del Nas non e' stato fatto bene''.
Del giugno 2003 e' l'episodio piu' allarmante perche' il sodalizio criminale - secondo la Procura di Bari - si attiva per impedire che la notizia del ritrovamento del batterio della salmonella nei petti di pollo serviti ai pazienti dell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari finisca sui giornali. Parlano al telefono il direttore del Sian Moncada e un dirigente del nosocomio. I due, oltre a studiare strategie per 'silenziare' la notizia, parlando dei giornalisti affermano: ''Qualche str... puo' far uscire la storia sui giornali''. Quindi, vanno alla ricerca di ordinanze del ministero della sanita' che tollerano la presenza di salmonella nei cibi. E l'uno suggerisce all'altro il solito stratagemma: avrebbe attestato che il prelievo del campione (fatto dal servizio veterinario della Ausl) nel quale era stata accertata la presenza della salmonella non era stato fatto rispettando la procedura di legge. (ANSA).