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COLLARI ELETTRICI, RICORSO AL TAR

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La sospensione prima, e l'annullamento poi, dell'ordinanza con la quale il Ministro della Salute Francesco Storace nel luglio scorso ha vietato l'uso del collare elettrico per l'addestramento dei cani, facendo rientrare questa attivita' nella disciplina prevista dal codice per il maltrattamento di animali, e' stata chiesta ieri al Tar del Lazio da due societa' produttrici di articoli e accessori per l'educazione animale. A rivolgersi al Tar sono state la Canicom di Lucca e l'Innotek di Settimo Milanese. A partire dal 2002, la prima ha commercializzato in Italia collari elettronici per addestramento cinofilo, e secondo quanto reso noto dal legale Roberto Righi, il suo fatturato ha avuto un crescendo costante. Tanto che, si legge nel ricorso, ''al fine di rispondere alla crescente domanda sul mercato per l'anno 2005, l'odierna ricorrente ha provveduto a compiere ingentissimi investimenti economici, provvedendo all' ampliamento della propria rete di vendita e degli impianti di produzione''. Stessa cosa per la societa' Innotek, che ha nella commercializzazione dei collari elettrici la sua specializzazione. La pubblicazione dell'ordinanza ministeriale, si legge ancora nel ricorso, ha portato un improvviso collasso nelle vendite, e ''il mancato guadagno pone a rischio la sopravvivenza stessa delle imprese'' le quali, per l'effetto ''si troveranno a dover procedere alla ricapitalizzazione o alla messa in liquidazione.Senza contare che dal ridimensionamento delle attivita' produttive non potranno che connettersi sia i licenziamenti di alcuni collaboratori, sia l'impraticabilita' degli investimenti di carattere industriale gia' programmati''.
Per le due societa', inoltre, l'ordinanza ministeriale ''non consegue ad una specifica attivita' istruttoria dell'autorita' pubblica, bensi' alle iniziative editoriali della trasmissione televisiva 'Striscia la notizia' del 25 novembre 2004 nel corso della quale furono mostrati degli addestratori cinofili che impiegavano collari analoghi a quelli commercializzati dall' odierna ricorrente''.
Soffermandosi poi sull'ammissibilita' dell'impiego del collare elettrico, Canicom e Innotek ritengono che l'ordinanza, partendo da una ''mera presunzione di maltrattamento'', non tenga conto ''della copiosa letteratura scientifica oltre che della giurisprudenza di merito secondo cui l'uso dei collari elettrici, cosi' come di altri strumenti di coercizione, e' indispensabile ai fini dell' addestramento degli animali e al contempo, se usato con diligenza e perizia, non dannoso per la salute dei cani che li indossano''.
L'impiego dei collari attualmente in commercio, quindi, ''e' di gran lunga meno traumatico dei tradizionali metodi di coercizione'', e le loro caratteristiche tecniche ''sono tali da escludere che i cani possano subire alcun danno fisico''.
La decisione dei giudici della III sezione quater è poi slittata, infatti, con una ordinanza hanno chiesto alle parti interessate a meglio spiegare con nuova documentazione le rispettive posizioni. La prossima udienza di discussione sara' fissata nel mese di febbraio. (fonti: ANSA/animalieanimali.it)