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STORACE: CHIEDEREMO AIUTO A CELENTANO

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Ultime battute alla Camera sul DL 202/2005 che introduce misure urgenti di prevenzione contro l’influenza aviaria. Il Ministro della Salute ne chiede il varo oggi con lo stesso consenso unanime che si è registrato al Senato. Adesso, ha detto il Ministro Storace “ il Governo deve puntare a rasserenare i cittadini insieme alle regioni per dare informazione scientifica attraverso il Centro di coordinamento delle malattie, l'organo appositamente istituito presso il Ministero della salute, affinché possa esservi un'informazione non di parte, un'informazione scientificamente acclarata. Si è trattato di una proposta delle regioni e io l'ho accolta”. Quanto all’informazione sugli allevamenti nostrani, “: si fanno vedere quelli bestiali - è il caso di definirli così - e non quelli in cui vi è un veterinario accanto ad ogni pollo nella fase dell'allevamento, della macellazione e della commercializzazione- ha detto Storace. “Occorre far capire – ha aggiunto- che in Italia vi sono strutture di allevamento che fanno il loro dovere e sono in grado di dare garanzie ai cittadini. Chiederemo aiuto a Celentano, se sarà il caso, per far parlare dell'Italia che funziona...” Replicando all'onorevole Labate il Ministro ha dichiarato: “ stiamo lavorando con le regioni all'elaborazione del piano pandemico, che individua una gerarchia di prevenzione per quanto riguarda l'uso dei vaccini secondo categorie. Prevediamo, ad esempio, che i primi a doverne usufruire siano proprio gli allevatori, le forze di polizia, quel personale pubblico a contatto con i cittadini (quindi, pensiamo agli impiegati pubblici), ovviamente il comparto della sanità e poi, via via, tutti gli altri cittadini”. E ancora, il Ministro: “ Sono in grado di fare nomi e cognomi di chi ha alimentato la psicosi nel nostro paese. Vi sono campagne di stampa che hanno tentato di estremizzare tale questione. Ho qui una rassegna stampa molto approfondita e chiara che evidenzia che vi sono stati settori che hanno giocato una partita non voglio dire sporca, perché sarebbe sbagliato da parte mia, ma certamente inquietante, in base alla quale ogni volta vi era il rischio di far capire all'opinione pubblica che occorreva mutare i comportamenti alimentari e assumere atteggiamenti che i cittadini non avrebbero pensato di adottare. Da qui l'assalto alle farmacie a caccia di un farmaco che non c'è, perché la malattia non c'è; da qui la psicosi rispetto al pollo”.