• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31546

CARAMELLI (IZS): LA BSE C’E’ ANCORA

Immagine
''La situazione e' notevolmente migliorata, ma il rischio Bse esiste ancora, non si puo' dire che e' scomparsa. In Italia la malattia c'e'. Paradossalmente abbiamo piu' focolai quest'anno rispetto all' anno scorso, 8 casi nei primi nove mesi del 2005 contro i 7 dell' intero 2004, anche se tuttavia si tratta di numeri piccolissimi''. E' quanto sottolinea Maria Caramelli, responsabile del Centro di referenza nazionale per le encefalopatie animali dell' Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino (Izs), esprimendo la sua soddisfazione per la decisione del Comitato veterinario della Ue. ''C' e' uno scenario di decremento importante in tutta Europa, e in Italia in particolare, - ha aggiunto - perche' sono state applicate le misure e sono stati fatti dei controlli che per il nostro Paese abbiamo coordinato da Torino. Quando abbiamo iniziato trovavano un caso di Bse ogni 20 mila test, ora il rapporto e' uno ogni 64 mila. E' evidente la riduzione. E' necessario pero' - ha precisato - che le misure di ammorbidimento, cioe' il passaggio dai 12 ai 24 mesi, vadano avanti, mantenendo lo stesso livello di sicurezza per il consumatore''. Caramelli ha poi ribadito che ''e' necessario non abbassare la guardia anche perche' il pericolo adesso arriva dai Paesi extraeuropei e da quelli appena entrati nella Ue, che non hanno ancora attivato le procedure di controllo''. ''I Paesi extraeuropei - ha detto - hanno ricevuto negli anni passati una grande massa di mangimi e materie prime importate da Paesi che prima avevano la malattia e soltanto adesso stanno iniziando a fare una sorveglianza efficace come l' Europa. Sono infatti i Paesi che attualmente stanno trovando i casi di malattia. Per evitare il rischio di un' epidemia di ritorno - ha aggiunto - risulta indispensabile che il sistema di sorveglianza e controllo messo in atto prosegua con lo stesso rigore''. In Italia da 2001, quando sono stati introdotti i controlli sulla Bse, sono stati eseguiti dall' Istituto zooprofilattico torinese oltre tre milioni di test (sono 518.728 quelli eseguiti fino ad ora nel solo 2005), che hanno consentito l' identificazione di 132 animali infetti. Di questi la maggior parte e' stata individuata in allevamenti intensivi con animali adulti, prevalentemente al nord, in particolare in Lombardia e nel Triveneto. Tuttora al centro di rilevanza nazionale per la Bse vengono eseguiti in media 3-4 mila test al giorno su tutti gli animali sopra i 30 mesi, mentre i controlli sui mangimi vengono effettuati a campione. ''Complessivamente - ha precisato Maria Caramelli - in uno scenario europeo di progressiva riduzione dell' incidenza della Bse in tutta Europa, il nostro Paese si colloca in una fascia bassa, con rischi relativi decisamente inferiori rispetto alla maggioranza degli altri Paesi europei''. Secondo la responsabile del Centro di referenza nazionale per le encefalopatie animali dell' Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino, la crisi della Bse ha comportato un costo complessivo di 100 miliardi di euro, che e' stato distribuito piu' o meno equamente tra i Paesi europei, sebbene sia stato il regno Unito ad avere avuto il 95% dei casi. (ANSA).