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DDL MORATTI, BLOCCO ATENEI A OTTOBRE

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Facendo decadere il testo precedentemente approvato dalla Camera e tutti gli emendamenti dell'opposizione, ieri il Senato ha approvato il maxi-emendamenti del Governo sul ddl per il riordino giuridico della docenza universitaria. La presentazione del testo ha provocato incidenti davanti a Palazzo Madama. L'emendamento secondo il Governo favorisce la meritocrazia, secondo docenti e ricercatori prolunga il precariato e danneggia l'università.Per l'Unione il provvedimento "penalizza i giovani ricercatori, non riconoscendo il fondamentale ruolo da loro svolto attualmente negli atenei, anche sul fronte della didattica", "non soddisfa l'esigenza di introdurre seri criteri di valutazione all'interno dell'università", blocca di fatto i concorsi perché "è probabile che i decreti attuativi non potranno essere adottati da questo governo", è un provvedimento senza copertura finanziaria "che pretende di mettere mano all'accesso alla carriera universitaria senza che ciò comporti ulteriori oneri a carico dello Stato". Il presidente della Crui si unisce alle proteste: "Preoccupazioni giuste la nostra posizione è condivisa dalla maggioranza nelle università". I punti essenziali del provvedimento. I concorsi fino ad ora banditi dai singoli atenei diventano nazionali. Ogni anno sulla base delle richieste di personale docente degli atenei, si bandisce una rigorosa selezione nazionale. Chi la supera ottiene l’idoneità all’insegnamento che dura 4 anni. Le università poi chiamano sulla base della produzione scientifica di ciascuno. Si spera così di evitare lo scandalo dei concorsi truccati. Nelle università lavorano circa 50mila precari (assegnisti, contrattisti e dottorandi), che in molti casi hanno le carte in regola per diventare ricercatori di ruolo e perfino associati. La messa in esaurimento del ruolo dei ricercatori, prevista nella prima versione del ddl, avrebbe cancellato il futuro di questi studiosi. Nel testo approvato ieri sarà mantenuto fino al 2013 e le università potranno assumerne attraverso concorsi ricercatori a tempo indeterminato per altri 8 anni oppure prendere giovani con contratti di ricerca di durata triennale rinnovabili. Questi ultimi potranno partecipare sia a concorsi per ricercatore, fino al 2013, o per associato. Il disegno di legge ora torna alla Camera.