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POLLI, IMPATTO ECONOMICO DEL BENESSERE

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Le capitali europee sono d'accordo per migliorare progressivamente il benessere negli allevamenti di pollame ma prima vogliono conoscere quale sara' l'impatto di nuove misure sul reddito dei produttori e sui costi per le tasche dei consumatori.Non solo, a fronte di una concorrenza internazionale sempre piu' aggressiva e' stata rilanciata la necessità di etichettare le carni avicole e i prodotti derivati, per permettere al consumatori di fare una scelta consapevole. Cosi', di fronte alla crisi che conosce in Europa il mercato delle carni di pollame - in una settimana il prezzo ai produttori italiani e' crollato nei mercati di riferimento del 24% - c'e' stata a Bruxelles una vera e propria alzata di scudi contro la proposta a scatola chiusa della Commissione europea, di garantire piu' spazio ad ogni pollo allevato in batteria senza fornire nessuna valutazione di impatto economico. Una critica quest'ultima, sollevata da quattordici delegazioni nell'ambito del Comitato speciale agricoltura che riunisce a livello tecnico i rappresentanti dei 25 stati membri. Si tratta di Francia, Italia, Spagna, Belgio, Portogallo, Polonia, Grecia, Olanda, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lituania, Lettonia. Parigi in particolare, appare preoccupata del fenomeno della delocalizzazione delle industria, che ira tocca anche gli allevamenti di pollame: in alcuni casi i produttori hanno abbandonato la Francia per trasferire l'attivita' in Brasile dove gli obblighi e i costi di produzione sono minori.Il settore della carne di pollame e' infatti fortemente attaccato dalla concorrenza - in alcuni casi sleale - che viene da produttori di paesi extra-Ue che non devono attenersi a norme cosi' severe come quelle in vigore in Europa. Senza contare che i produttori europei non possono difendersi in quanto sull'etichetta delle carni avicole manca l'origine del prodotto, mentre invece viene gia' garantita per la fettina. Il consumatore quindi, di fronte a due alimenti che appaiono simili, sara' tentato di scegliere quello a minor costo. Sulla questione, Bruxelles al momento si limita a indicare che presentera' al piu' tardi entro due anni, dopo l'adozione della direttiva proposta nel giugno scorso, un rapporto sull'introduzione eventuale dell'etichetta.La proposta presentata dalla Commissione prevede una serie di misure per far scendere la densità del pollame allevato ad un equivalente peso pari a 30 kg o a 38 kg al m2, a seconda del tipo di strutture. Inoltre si introduce la tenuta di ulteriori registri e l'obbligo di un controllo post-mortem per individuare eventuali lesioni sulla parte inferiore delle zampe del pollame.Tutte misure che insieme ad altre avrebbero, una volta applicate, un forte impatto economico sui costi. Alla Commissione europea e' stato quindi chiesto uno studio economico per conoscere quale sara' la competitivita', alla luce delle nuove misure, dei produttori europei nei confronti di quelli dei paesi extra-Ue e il costo per i consumatori. E' stato anche chiesto un'applicazione molto progressiva e graduale delle nuove misure. La palla ora passa alla Commissione europea e solo quando si avrà un accordo a livello tecnico, sarà discussa dai ministri dell'agricoltura dell'Ue. (ANSA)