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FEDERALIMENTARE: IL SETTORE E' IN BILICO

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Il 2004 non è stato un buon anno per l’Industria alimentare, che ha registrato
per la prima volta dal dopoguerra un decremento della produzione e dei consumi.
Ma anche il futuro non si delinea roseo. Come affrontarlo? Attraverso una strategia che restituisca competitività all’Industria alimentare, secondo settore del Paese, partendo da un presupposto: recuperare la centralità della filiera alimentare.
Rilanciare la filiera per ridurne le inefficienze e i costi esterni, differenziare le politiche industriali, promuovere i nostri prodotti con la consapevolezza che il Made in Italy non basta più, incrementare la dimensione d’impresa e investire in progetti di ricerca per restituire competitività alle imprese. Sono queste le cinque priorità alla base della strategia che Federalimentare propone per affrontare le prospettive del prossimo decennio emerse dallo studio «Scenari 2005-2015 della filiera alimentare», realizzato insieme al Centro studi Confindustria, all’Ismea e alle Università di Bologna, del Molise e di Verona.
«L’attuale stagnazione del settore e i preoccupanti scenari delineati dal nostro studio – dichiara Rossi di Montelera, Presidente di Federalimentare – impongono una forte e lucida reazione da parte di tutta la filiera agroalimentare. Non è più tempo di litigi, ma si deve invece avviare un confronto costruttivo tra tutte le componenti della filiera per costruire insieme l’agroalimentare di domani. Questo vuol dire innanzitutto una forte azione nei confronti del mondo politico-istituzionale, affinché venga delineata una politica industriale che non si limiti a favorire un segmento invece di un altro. Tutto questo tenendo conto della centralità dell’Industria alimentare, che assorbe oltre il 70% dei prodotti agricoli nazionali. È necessario quindi un confronto costruttivo all’interno della filiera, che inizi con il superamento di quelle questioni che ne hanno reso aspro il dialogo interno: mi riferisco anche alla vicenda dell’etichettatura obbligatoria. Peraltro i recenti accordi promossi da alcune Associazioni di categoria aderenti a Federalimentare proprio su questo tema confermano l’esigenza di una strategia articolata, volontaria e condivisa tra i diversi attori della filiera in seno all’interprofessione».
Le cinque priorità alla base della strategia di rilancio dell’intero sistema alimentare riguardano: 1) il rilancio della filiera per ridurne le inefficienze e i costi esterni; 2) la differenziazione delle politiche industriali secondo la dimensione d’impresa; 3) nuove forme di valorizzazione e promozione dei nostri prodotti con la consapevolezza che il Made in Italy non basta più; 4) l’aumento della dimensione d’impresa e la creazione di forme di aggregazione consortili soprattutto al sud; 5) una politica di maggiori investimenti in progetti di ricerca per restituire competitività alle imprese, in particolare alle PMI».