I veterinari pubblici sono pronti per dare il loro contributo alla lotta all' influenza aviaria. L' allarme in Italia c'e' ma riguarda per ora il mondo scientifico. E' il messaggio lanciato ieri dalla Societa' Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva nel convegno internazionale ''Dalla Bse alle nuove crisi alimentari'', a Genova. ''Non dobbiamo confondere l' allarme del mondo scientifico con l' eventuale allarme sanitario - afferma il presidente della Societa' Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva Aldo Grasselli -. Il mondo scientifico e' in allarme perche' deve essere in grado, attivando le societa' scientifiche, le universita', i centri di ricerca, di poter valutare quanto e' rilevante il rischio che questa patologia trasmigri negli animali e cioe' passi dagli uccelli, al suino e poi all' uomo''. La trasmigrazione della patologia all' uomo e' poi, secondo Grasselli, un fenomeno estremamente marginale. Laddove si e' verificato, nel sud est asiatico, vi sono stati 63 morti nell' arco di parecchi anni. ''La patologia esiste dal 1997 sotto questa nuova forma - ricorda Grasselli -. Dopo sette anni abbiamo registrato questo tipo di impatto, ma in condizioni igieniche molto diverse dalle nostre, cioe' con una promiscuita' assoluta tra uomo e animali''. In quelle zone del sud est asiatico, ha rilevato l' esperto, ''i sistemi di macellazione ignorano qualsiasi norma igienica, la vita media delle popolazioni non e' paragonabile alla nostra e c' e' una mortalita' infantile molto elevata. Hong Kong ha piu' abitanti del nord Italia e sono tutti concentrati li'. Vi sono condizioni ecologiche ed epidemiologiche che favoriscono questi problemi''. Il mondo scientifico sta quindi studiando come agire in maniera preventiva con misure molto severe per arginare il rischio. ''Ci sono tutte le varianti che possono spaventare l' uomo della strada - avverte Grasselli -. Siamo in una condizione in cui la comunicazione deve essere molto cauta. Ma questo non vuol dire che non si debba fare nulla. E' pero' un problema del mondo della scienza''. Secondo Stefano Marangon, responsabile del Centro di referenza nazionale per l' influenza aviaria, e' difficile fare previsioni per quanto riguarda l' introduzione in Italia del virus dei polli in quanto ''i dati attualmente disponibili in provenienza dal sud est asiatico sono estremamente frammentari e difficilmente inquadrabili''. ''La situazione in Italia - precisa - e' comunque sotto controllo dei servizi veterinari di sanita' pubblica. L' allarme c'e' e tutti i controlli sono stati individuati al massimo al fine di individuare precocemente eventuali focolai di infezione''. (ANSA).