L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) , in una segnalazione trasmessa al Governo e al Parlamento, interviene sullo schema di decreto legislativo approntato dal Ministro per gli Affari Regionali La Loggia per sciogliere il nodo della legislazione concorrente fra Stato e Regioni in materia di professioni. L’Antitrust critica la visione di tutela della concorrenza e del mercato che emerge dall’articolato del Ministro ( attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni) che per sommi capi assegna allo Stato le professioni ordinistiche e alle Regioni quelle “riconosciute”. In merito alle prime, per il Presidente dell’Autorità Catricalà, il decreto La Loggia dovrebbe essere opportunamente ricondotto entro i principi affermati in sede europea: ovvero che tariffe, esclusive e limitazioni alla pubblicità rappresentano dei limiti alla libertà di accesso al mercato dei servizi professionali. L’Antitrust chiarisce infatti che è il diritto comunitario a prevalere sulle norme nazionali nella gerarchia delle fonti. Quanto alla deontologia, anch’essa disciplinata dallo schema di decreto, il Garante della concorrenza precisa che non devono essere fatti ricadere in questo ambito aspetti regolatori dell’esercizio della professione, ovvero norme restrittive del comportamento professionale che nulla hanno a che vedere con l’etica necessaria a tutelare la fiducia dei clienti. Questo è il compito a cui sono chiamati gli Ordini, osserva l’Antitrust, i cui sforzi, aggiunge, dovrebbero concentrarsi prioritariamente sulla formazione continua degli iscritti. Quanto alle professioni non regolamentate assegnate dal decreto La Loggia alla competenza delle Regioni, il presidente Catricalà ritiene “ingiustificate” le barriere territoriali, pertanto dovrebbe essere consentito di far valere la loro esistenza anche al di fuori dei confini regionali. Ogni tipo di restrizione ai servizi professionali, ha ricordato inoltre l’Antitrust, può essere accolta in deroga solo quando le limitazioni obbediscono a criteri funzionali di interesse generale. Per l’Antitrust nazionale il paradigma di riferimento era e rimane il rapporto sulla concorrenza in materia di professioni elaborato nel febbraio 2004 dall’allora Commissario Mario Monti.