Vaccinazioni a tappeto dei polli e piu' risorse dai Paesi ricchi agli Stati asiatici colpiti dall'influenza aviaria. Queste le misure da attuare immediatamente per evitare che il virus muti e l'epidemia si trasformi in una nuova pandemia influenzale, secondo gli esperti riuniti da ieri a Kuala Lumpur. Il mega-convegno e' promosso dall'Organizzazione mondiale della sanita', dalla Fao e dall'Organizzazione mondiale per la salute animale. Il virus, ha sottolineato Shigeru Omi, dell'Oms, ''minaccia la regione ed e' capace di riservarci maggiori sorprese. Siamo a un punto cruciale: o invertiamo la rotta, con tutte le misure necessarie per contenere la malattia, o la situazione ci sfuggira' di mano''. L'H5N1, che ha ucciso 54 persone in Asia, al momento infetta l'uomo solo se e' stato a stretto contatto con animali malati. La paura degli esperti e' che il virus muti, rendendo possibile il contagio uomo-uomo. ''Dobbiamo rimanere all'erta'', ha affermato Omi, aprendo la conferenza dell'Onu sull'influenza aviaria. Quest'anno ci sono gia' stati 64 casi nell'uomo in Asia rispetto ai 44 del 2004. La maggior parte si e' verificata in Vietnam, 22 pazienti sono morti rispetto ai 32 dello scorso anno.
La situazione e' critica in Cina, dove il virus ha ucciso, lo scorso mese, 6 mila uccelli migratori che inizialmente si credevano resistenti all'H5N1. In Vietnam ci sono ormai focolai cronici di infezione, mentre Cambogia e Indonesia hanno registrato i loro primi casi nell'uomo. Sono necessari, e' l'appello degli esperti di Oms e Fao, vaccinazioni di massa del pollame e maggiori sforzi per nuovi vaccini, piu' efficaci. ''L'influenza aviaria non e' un problema solo asiatico - ha ribadito Joseph Domenech, capo dell'Ufficio veterinario della Fao - nessun Paese che alleva e produce polli puo' dirsi sicuro finche' rimarranno sacche di infezione in Asia''. Ai Paesi colpiti servono almeno 83 milioni di euro per i prossimi due anni per attuare programmi di lotta all'influenza aviaria. (Mad/Adnkronos Salute)