Un Piano Sanitario dopo vent'anni. La Giunta Soru ha approvato la bozza preliminare del Piano Sanitario Regionale 2006-2008 predisposta dall'assessore regionale della Sanità Nerina Dirindin. In 130 pagine il Piano si propone il riordino del sistema e il suo ammodernamento: il mancato recepimento della normativa nazionale più recente rende l'attuale ordinamento legislativo sardo (e di conseguenza l'assetto organizzativo) non in linea con le innovazioni introdotte nel resto del Paese. Nel PSR si legge che “ la situazione della prevenzione è gravemente carente” e che risulta un “insufficiente coordinamento e integrazione operativa tra i servizi medici e i servizi veterinari, con conseguenti situazioni di conflittualità che penalizzano l’iniziativa degli operatori e la stessa immagine del servizio”. Ecco dunque l’istituzione del Dipartimento di Prevenzione in cui è inserito il Servizio Veterinario, ripartito in tre aree funzionali: sanità animale, controllo degli alimenti di origine animale e igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche.
Il PSR specifica che “anche in armonia con la normativa europea sulla sicurezza alimentare è necessario rafforzare il rapporto positivo tra veterinari e allevatori, co-protagonisti del risanamento e della tutela della sanità del patrimonio animale, al fine di garantire qualità delle produzioni zootecniche e redditività degli allevamenti”. Il conseguimento degli obiettivi del Piano è connesso a una corretta politica delle risorse umane, basata su una chiaira individuazione dei fabbisogni del personale; l’obiettivo è quindi la “ridefinizione delle dotazioni organiche di ciascuna Azienda sanitaria” ( nel 2004 i veterinari erano 405), tenendo conto della riorganizzazione delle attività e dei servizi derivanti dal PSR 2006-2008. Rispetto alla situazione nazionale la Sardegna ha una dotazione organica lievemente superiore, “con eccesso di personale medico e carenza di quello sanitario non dirigenziale”.
Quanto alla formazione, “ al fine di favorire un’adeguata programmazione del fabbisogno formativo, il Piano promuove l’avvio, in collaborazione con gli ordini professionali e le organizzazioni sindacali e di categoria, di una ricognizione a livello regionale dell’offerta delle diverse figure professionali, degli attuali livelli occupazionali e delle prospettive di sviluppo”. Per rafforzare il sistema formazione è istituita la Commissione regionale per la formazione e viene prevista la strutturazione di un area di progetto all’interno dell’Agenzia Regionale Sanitaria con il compito di attivare il sistema ECM regionale.