• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31993
cerca ... cerca ...

GRAFFIO DEL GATTO, NUOVE RICERCHE

Immagine
Al congresso nazionale della Società Italiana di Malattie Infettive Tropicali si è discusso della malattia da graffio del gatto. Nel corso dell’ultimo decennio, sulla malattia sono state avviate ricerche più approfondite per diagnosticarla e curarla meglio. Ma ad oggi la frequenza dell’infezione sull’uomo non è certa perchè non c’è obbligo di notifica e non esiste un registro degli istituti specializzati nella diagnosi e nel trattamento della malattia. Per questo un progetto, finanziato dal Ministero della Salute, e attualmente in corso, di cui si occupa il Policlinico San Matteo di Pavia insieme all’IZS della Lombardia ed Emilia Romagna, prevede il censimento di queste strutture.
Il gatto può essere portatore sano dell’infezione per periodi anche molto lunghi. Chiarisce il dottor Massimo Fabbi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna:“Raramente il micio presenta sintomi e se ci sono passano spesso inosservati, visto che si tratta di un pò di febbre o di linfo-adenopatie lievi e transitorie. Il Consiglio è far controllare il gatto dal veterinario per escludere che siano presenti anticorpi contro il batterio o che il batterio stesso si trovi nel sangue dell’animale”. Secondo un’indagine coordinata da Fabbi, svolta su oltre 1500 felini domestici e non di 9 province del Nord Italia, circa il 40% dei gatti è stato contagiato da bartonella e più del 20% è portatore del batterio nel sangue. Ad essere contagiati dai gatti sono, poi, soprattutto bambini e adolescenti. Ma l’infezione nella stragrande maggioranza dei casi, si risolve in poco tempo, senza strascichi. “Molti però sfuggono alla diagnosi precisa- dice il dottor Piero Marone del Dipartimento di malattie infettive del Policlinico San Matteo di Pavia- in parte perchè tanti medici pur non sospettando questa malattia inquadrano i sintomi come quelli di una patologia da inoculazione e prescrivono antibiotici che risolvono il problema; in parte perchè pochissimi centri italiani sono attrezzati con kit diagnostici per ricercare gli anticorpi anti-bartonella nel sangue”. La malattia, nelle forme non preoccupanti si risolve da sola, ma i farmaci possono aiutare: “ gli antibiotici- dice Marone- abbreviano il decorso della malattia e riducono la possibilità di complicanze, oltre ad essere indispensabili per la cura dei casi difficili. Gli antibiotici più utilizzati sono le tetracicline ei macrolidi, ma possono essere impiegati con successo anche rifampicina e chinoloni”.(fonte Corriere Salute)
 © 2001 - 2022 A.N.M.V.I. Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani - C. F. 93035670194
Web hosting, project & design: S-D Consulting