L’Aula di Montecitorio ha iniziato martedì scorso la discussione sulla modifica dell’articolo 9 della Costituzione italiana. Con l’approvazione della Commissione Affari Costituzionali, che ne ha concluso l’esame ad aprile, il “nuovo” articolo viene proposto alla Camera con un comma aggiuntivo: la Repubblica italiana «Tutela l'ambiente e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. Protegge le biodiversità e promuove il rispetto degli animali».L’Assemblea ha presentato numerose proposte alternative a questa formulazione e nella seduta odierna ne sta proseguendo l’esame. L’emendamento più significativo rispetto alla considerazione costituzionale degli animali è stato proposto dall’On Boccia che ha chiesto di riscrivere così il terzo comma: (...)"Protegge le biodiversità e contrasta il maltrattamento degli animali”. Secondo il relatore del provvedimento, l’On Giulio Schmidt ( FI) si tratterebbe di una riforma storica perchè “è la prima volta nella storia della nostra Repubblica che viene toccato uno dei principi fondamentali”. Sull’inserimento degli animali nel dettato costituzionale osserva: “Sono consapevole che alcuni colleghi autorevoli hanno espresso la loro perplessità, in quanto ci apprestiamo a rivedere il cuore della nostra Costituzione e ci si chiede fondamentalmente se questa riforma sia legittima. A questa domanda rispondo che tale riforma, non solo è legittima, ma è necessaria”.La I Commissione affari costituzionali della Camera ha ritenuto di non modificare gli attuali due commi dell'articolo 9 della Carta ma aggiungerne un terzo, completando l'articolato con l'arricchimento di nuovi valori. “Il riconoscimento in Costituzione degli animali- ha detto il relatore in Aula- tra pochi giorni, sarà non più la scelta di uno Stato, ma della stessa Europa. È il medesimo Trattato per la Costituzione europea, che venerdì sarà firmato a Roma da tutti i Capi di Stato e di Governo - come ricordavo in precedenza -, a sancire il valore intrinseco degli animali, non in quanto specie, ma in quanto individui. La Costituzione europea enuncia, infatti, in maniera inequivocabile, che l'Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti. Si tratta di un'enorme svolta culturale, voluta dal nostro stesso paese, che ha presentato la proposta dell'articolato. È un riconoscimento di cui l'Italia, in questa riforma, non può non tenere conto. Ciò soprattutto per una questione di coerenza: sarebbe paradossale, infatti, che l'Italia si adoperasse per una riforma in Europa e si discostasse dalla stessa riforma al proprio interno”.