Sarà certamente all'avanguardia nella cultura e nello spirito animalista il progetto di legge che il Sottosegretario Ben Bradshaw del Governo di Toni Blair presenterà a giorni al Parlamento della Gran Bretagna. La proposta innovativa è quella di tutelare non soltanto i soliti animali noti ( cani, gatti, uccelli, ecc.) ma tutti gli esseri viventi che possono patire il dolore. Quali? A questo punto il confronto fra le diverse posizioni diventa serrato e sarà estremamente difficile trovare un punto di incontro. La Rspca, l'associazione per la protezione degli animali, è una forte sostenitrice di questa proposta ed è pronta a chiedere il potere di controllare attraverso i suoi ispettori le condizioni di allevamento, di trasporto o di detenzione, anche casalinga, di ogni genere di animali. Ma resta il problema di definire quali siano gli animali che patiscono dolore. Il Times ha chiesto un parere al filosofo Roger Scruton il quale ha risposto che in sostanza è impossibile determinare se un pesce o uno scarafaggio soffre e patisce il dolore come gli umani e quindi il problema diventa essenzialmente filosofico in quanto sono certamente esseri viventi, hanno sensibilità, ma non hanno la coscienza del potenziale dolore. La domanda sollevata dalla proposta di legge è quindi, secondo Scruton, del tutto improponibile. Del resto qualcuno ha fatto notare che è difficile far conciliare un testo legislativo come questo proposto dal Governo con la caccia alla volpe, l'uso del frustino nell'ippica o una legge votata in questi giorni dalla Camera dei Lords che autorizza l'uso degli scappellotti nell'educazione dei bambini. ( Corriere della Sera, 11 luglio 2004 )