Il Comitato Nazionale di Bioetica, in sede plenaria, ascolterà venerdì prossimo il Comitato Permanente di Consenso e Coordinamento per le medicine non convenzionali: due visioni opposte in cerca di intese e reciproco chiarimento, dopo l’approvazione da parte del CNB di una mozione che “boccia” le medicine non convenzionali e il progetto di legge elaborato dalla Commissione Affari Sociali della Camera. Il Comitato Nazionale di Bioetica nel documento sottolinea la confusione che la PDl opererebbe tra i concetti di “pluralismo scientifico” e di “pluralismo delle visioni del mondo”. Inoltre secondo il CNB la bozza di legge in Parlamento metterebbe anche a rischio il concetto di libertà di scelta terapeutica del paziente, in assenza di conoscenze scientifiche acquisite e convalidate”. Il CNB esprime infine preoccupazione per l’inserimento di corsi di laurea (anche in veterinaria) sulle mnc.
Il Comitato Permanente di Consenso e Coordinamento per le medicine non convenzionali ha preparato un lungo e articolato documento di risposta. “Per pluralismo scientifico – si legge nel testo anticipato dal Sole 24 Ore Sanità-intendiamo il fatto che una stessa scienza (nella fattispecie quella medica) possa ospitare al suo interno diverse teorie e diverse pratiche , tra loro complementari e integrabili( dove possibile, questa è la condizione più auspicabile) o tra loro in competizione e concorrenza per una migliore efficacia nel rispondere ai bisogni sanitari della popolazione”. Quanto al pluralismo delle visioni del mondo il Comitato per le mnc sottolinea che “la maggior parte delle medicine complementari non ha necessariamente la pretesa di affermare “visioni del mondo” alternative, ma solo diverse teorie e prassi mediche”.
Sull’autonomia del paziente il Comitato per le mnc non ha dubbi: “ rappresenta certamente un valore fondamentale universalmente riconosciuto dalla bioetica” e si dice d’accordo con i bioetici rispetto alla necessità di garantire al paziente “l’informazione ai fini del consenso”.
Infine, sulla formazione universitaria si legge: “l’inserimento di insegnamenti accademici e corsi di formazione nelle Università avrebbe come conseguenze positive sia il fatto che si tratterebbe di un insegnamento di qualità erogato dalle massime istituzioni scientifiche e didattiche , sia che costituirebbe un notevole incentivo alla ricerca”.
Il CNB pronuncerà l’ultima parola sull’argomento non prima dell’autunno. Per allora avrà anche elaborato uno studio sui risvolti giuridici del consenso informato in questo particolare settore.