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CURSI: ESCLUSIVITA’ DANNO AI CITTADINI

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Il rapporto esclusivo dei medici con il servizio sanitario nazionale e il sistema di libera professione intramuraria voluti dal decreto legislativo 229/99, hanno creato ''gravissime disfunzioni a danno dei cittadini". Lo ha sostenuto il sottosegretario alla salute, Cesare Cursi, che ieri pomeriggio ha risposto in commissione affari sociali della Camera a una interrogazione sull'argomento, presentata da Cesare Ercole e Francesca Martini (entrambi della Lega). Secondo Cursi a fronte dell'impianto teorico del Dl 219/99 (la cosiddetta 'Riforma Bindi'), la realta' attuativa avrebbe dimostrato che la disciplina introdotta non e' riuscita ''a 'legare' maggiormente il medico alla sua azienda e ad aumentare il livello quali-quantitativo delle prestazioni, incidendo sostanzialmente sulle liste di attesa; invece, secondo Cursi, hanno in molti casi istituzionalizzato ''una doppia corsia di accesso alle prestazioni con gravissime disfunzioni a danno del cittadino''. Il sottosegretario, quindi, ha sostenuto che la libera professione viene spesso esercitata durante le ore di attivita' istituzionale o in case di cura accreditate con conseguente incremento delle liste di attesa. A parere di Cursi la ''dicotomia fra rapporto esclusivo e rapporto non esclusivo non ha piu' ragione di essere'' e questo non tanto perche' la quasi totalita' (95% circa) dei medici e' a rapporto esclusivo, ma soprattutto perche' ''il rapporto esclusivo non ha raggiunto gli obiettivi per i quali era stato previsto, legittimando, al contrario, una generalizzata elusione degli obblighi dell'esclusivita'''. Il ministero della Salute, ha quindi ricordato il sottosegretario, ri tiene che questa disciplina debba essere modificata consentendo almeno la reversibilita' ed eliminando le ''ingiustificate penalizzazioni'' verso il personale a rapporto non esclusivo. (ANSA).