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RAZZE SOFFERENTI: UN PROBLEMA DI BIOETICA

RAZZE SOFFERENTI: UN PROBLEMA DI BIOETICA
Il Comitato Bioetico per la veterinaria dice basta al "maltrattamento genetico" dei cani. Al convegno che si è tenuto ieri a Palazzo Valdina è stato affrontato il tema delle razze canine sofferenti. Santori: "Il fenomeno delle razze sofferenti è emblematico. Una società che si vanta di essere attenta agli animali trascura invece i loro bisogni più elementari".

Si è tenuto ieri nella sede parlamentare di Palazzo Valdina il convegno che il comitato Bioetica per la Veterinaria ha organizzato in occasione dei suoi dieci anni di attività. Durante il convegno è stato affrontato il tema delle razze canine sofferenti. Il comitato di bioetica per la veterinaria preoccupato per le sofferenze e i problemi di salute dei cani spesso connessi alle manipolazioni genetiche condannano quello che definiscono un vero e proprio "maltrattamento genetico".

Secondo Pasqualino Santori, Presidente del Comitato Bioetico per la Veterinaria, "il fenomeno delle razze sofferenti è emblematico. Una società che si vanta di essere attenta agli animali invece trascura i bisogni più elementari, senza accorgersi del loro malessere".


"Il caso delle razze canine sofferenti - spiega all'Adnkronos Pasqualino Santori, Presidente del CBV - è conseguenza di scelte di allevamento che puntano a soddisfare i desideri di un pubblico di acquirenti attratti dall'aspetto buffo e simpatico dei cani o dal loro valore come status symbol. Senza tenere conto delle conseguenze sulla salute e il benessere di questi animali". Il Comitato, vuole portare l'attenzione su una questione emblematica del rapporto tra essere umano e animali, vittime di contraddizioni e superificialità. Talvolta, come in questo caso, "questo rapporto non rispetta le condizioni di benessere o causa malessere". Nel corso del convegno sono state date alcune raccomandazioni ai proprietari e allevatori. Per prima cosa quando si compra un cucciolo pretendere il consenso informato, chiedendo a chi lo vende come sono stati selezionati quei difetti estetici e quali "effetti collaterali" causeranno alla sua salute. In secondo luogo bisogna definire "strategie di allevamento per minimizzare il fenomeno della sofferenza" con l'obiettivo di interrompere nel tempo "la produzione di cuccioli di razze per cui non si sia raggiunto un adeguato livello di sicurezza riguardo le probabilità di rischio di alterazioni fisiche".

Per Cinzia Caporale, Presidente dell'Osservatorio di bioetica della Fondazione Einaudi "la sofferenza provocata inutilmente solo per assecondare i gusti estetici dei padroni è inaccettabile. Il vero problema è che la gente non è consapevole delle violenze genetiche esercitate per ottenere razze più commerciabili e non conosce gli effetti collaterali di certe estremizzazioni estetiche".

Il Comitato nazionale del governo si era prefissato di dedicarsi al tema delle razze sofferenti già nel 2006, per approfondire i risvolti bioetici di "quelle razze i cui esemplari convivono o hanno maggiore probabilità di convivere per tutta la vita con alterazioni fisiche che ne condizionano sensibilmente lo stato di benessere". Il Comitato rispondeva con questo impegno ad un interrogativo allora formalmente sottoposto al CNB dal Presidente degli Allevatori Cinotecnici Italiani, Alberto Veronesi, in merito alla relazione tra la Legge contro il maltrattamento degli animali (la 189/2004) e le pratiche di taglio della coda e delle orecchie nelle razze canine per ragioni di standard. La risposta del CNB era poi arrivata il 5 maggio 2006, in un articolato documento che se da un lato non considera bioeticamente lecite caudotomia e conchectomia richiamandosi a principi già adottati in sedi internazionali (cfr Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia del 1987 -firmata ma non ratificata dall'Italia) , dall'altro rinviava ad una più approfondita trattazione il tema delle razze canine che esigono "drastici interventi terapeutici". (Fonte: Corriere della Sera/Adnkronos Salute)

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