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PARERE EFSA

Arsenico negli alimenti, seconda valutazione del rischio

Sono i forti consumatori i soggetti più esposti ai rischi sanitari derivanti dalla presenza negli alimenti di residui di alcune "piccole specie organico-arseniche".

Nessun rischio per la salute in caso di esposizione all'acido monometilarsonico (MMA) negli alimenti. Sono invece esposti a rischi cancerogeni i forti consumatori di alimenti con residui di acido dimetilarsinico (DMA). Lo dice l'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) che ha pubblicato il secondo parere scientifico sui rischi per la salute umana legati alla presenza di arsenico negli alimenti.

Piccole specie organo-arseniche- Il parere pubblicato oggi si è focalizzato sui composti dell'acido monometilarsonico (MMA) e dell'acido dimetilarsinico (DMA). Gli esperti concludono che l' esposizione al DMA comporta un rischio per la salute, in particolare per i forti consumatori, a causa del suo collegamento con maggiori tassi di cancro alla vescica osservati nei ratti. A differenza del DMA, l'MMA non rappresenta un problema per la salute per alcuna fascia d'età.

I livelli più elevati di specie organo-arseniche sono stati riscontrati nel riso e nel pesce.

Arsenico- Come altri metalli naturali (cadmio,  piombo e  mercurio)  l'arsenico può essere presente come residuo negli alimenti, derivante da attività umane oppure da contaminazione intervenuta durante la lavorazione degli alimenti o in fase di conservazione. L'accumulo di metalli nell’organismo può causare, nel tempo, effetti nocivi. La valutazione del rischio pubblicata oggi è il secondo parere prodotto dagli esperti dell'Agenzia su mandato della Commissione Europea; il primo parere  è stato pubblicato a gennaio di quest'anno e ha riguardato l'arsenico inorganico  negli alimenti, che "desta preoccupazione per la salute". Il terzo e il quarto conclusivo sono attesi per i primi mesi del 2025.

Risk assessment of small organoarsenic species in food