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CONSUMATORI

Sondaggio Doxa: la verità sul pollo e i 'polli' che non la sanno

Sondaggio Doxa: la verità sul pollo e i 'polli' che non la sanno
A tavola 46 milioni di italiani mangiano carne di pollo e tacchino. Eppure molti sono ancora vittime di pregiudizi e disinformazione.

Otto 8 connazionali su 10 lo consumano almeno una volta alla settimana e 7 su 10 considerano quella di pollo, tra tutte le carni, la migliore da un punto di vista nutrizionale, ricca di proteine e povera di grassi. Lo rivela un sondaggio Doxa per UnaItalia (Unione Nazionale delle filiere agroalimentari delle carni e delle uova), secondo cui la maggior parte dei consumatori finisce però per essere vittima di pregiudizi: sei veri e propri falsi miti sul pollo.

C'è chi ancora crede che i polli siano allevati in batteria ("e invece non esistono più da 50 anni", precisa UnaItalia), chi è convinto che gli allevatori usino gli ormoni per favorire la crescita dei polli ("gli ormoni in Italia e in Europa sono vietati e per di più non servono a nulla nell'allevamento avicolo"), e chi infine pensa che le carni bianche siano meno nutrienti di quelle rosse ("invece il contenuto in proteine e ferro è lo stesso per tutti i tipi di carne"). C'è poi chi teme che negli allevamenti avicoli si usino antibiotici in modo indiscriminato ("non è così, si usano solo quando servono"), chi lava il pollo prima di cucinarlo ("non serve a nulla, anzi") e chi non sa che tutto, o quasi, il pollo che portiamo sulle nostre tavole è nato, allevato e confezionato in Italia.

Per sgombrare il campo dai questi pregiudizi un team di esperti, dal pediatra al veterinario, risponde attraverso la nuova campagna 6 Verità sul pollo (che gli italiani ancora non sanno), promossa dal
blog W il Pollo, piattaforma sulle carni avicole. La campagna sbarcherà anche sui social, con gli hashtag #nonfareilpollo e #conoscilodavvero.

Nonostante il 73% degli italiani affermi che la carne di pollo è sicura e 8 italiani su 10 dicono di sentirsi garantiti dalla qualità e dalla sicurezza della produzione italiana, la maggior parte di essi finisce per essere vittima di pregiudizi e falsi miti. Lo afferma Unaitalia, l'associazione che rappresenta la quasi totalità dei produttori avicoli italiani che ha promosso la campagna "6 Verità sul pollo (che gli italiani ancora non sanno)" sul blog W il Pollo (www.vivailpollo.it). La campagna sbarcherà anche sui social con gli hashtag #nonfareilpollo e #conoscilodavvero.

Nel dettaglio, spiega Unaitalia, ormoni ed estrogeni non vengono mai utilizzati negli allevamenti italiani di polli e tacchini e non c'è dunque alcun rischio di trovare residui di queste sostanze. Eppure l'87% degli italiani ancora oggi crede che i polli crescano più velocemente di un tempo grazie alla somministrazione di ormoni ed estrogeni. In verità, l'utilizzo di queste sostanze negli allevamenti è illegale, vietato da norme italiane ed europee. Per quanto riguarda gli gli antibiotici, sono usati solo a scopo curativo. Non vengono mai usati per favorire la crescita degli animali, pratica vietata in Europa dal 2006, tuttavia ancora utilizzata negli Stati Uniti. Inoltre, negli allevamenti italiani, è sempre rispettato il cosiddetto "periodo di sospensione", cioè il tempo necessario affinché il farmaco sia smaltito prima che il pollo venga avviato al consumo.

Sul pregiudizio dei polli allevati in gabbia, la verità è - osserva Unaitalia - che in Italia da oltre 50 anni le gabbie non esistono più e nessun pollo o tacchino è allevato in batteria. Oggi il 100% dei polli italiani viene allevato a terra, all'aperto o, più frequentemente, all'interno di ampi capannoni ben areati e illuminati, dove i polli razzolano liberamente su strati di paglia o truciolati di legni assorbenti e igienici.
Inoltre, molti capannoni di ultima generazione sono dotati di speciali "botole" che permettono agli animali di uscire all'aperto. Il fatto è che gli italiani confondono i polli con le galline. L'allevamento delle galline ovaiole può avvenire a terra, all'aperto o in batteria. L'utilizzo delle "gabbie" viene preferito da molti allevatori perché favorisce l'igiene delle uova, che non entrano in contatto con le deiezioni degli animali.

Tra i luoghi comuni più duri a morire c'è quello di lavare il pollo prima di cucinarlo. Tuttavia, lavare il pollo prima di cucinarlo non solo non serve a nulla, ma da un punto di vista igienico è anche sconsigliato. Per 7 italiani su 10 la carne bianca contiene poco ferro: in realtà sono vittime del luogo comune secondo cui è il colore della carne a determinare la quantità di ferro e proteine, che quindi sarebbe presente in abbondanza nelle carni rosse. In realtà, nonostante siano bianche, le carni di pollo e tacchino hanno più o meno lo stesso contenuto di ferro di quelle "rosse". È solo la mioglobina che fa la differenza, ma solo da un punto di vista "cromatico" e non nutrizionale. Anche il contenuto in proteine è più o meno lo stesso per tutte le carni ed è molto elevato.

Da dove viene infine il pollo che portiamo in tavola? Quasi 1 italiano su 2 non sa che il 99% del pollo che mangiamo in Italia è nato, allevato, macellato e confezionato nel Bel Paese.