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BARRIERE VETERINARIE

La peste suina africana tiene il 'porceddu' fuori da EXPO

La peste suina africana tiene il 'porceddu' fuori da EXPO
Il Ministero della Salute tiene nella massima considerazione le richieste della Sardegna. Ma chiede "dati oggettivi' e "risultati favorevoli" sull'eradicazione della malattia.
Nel suo intervento in Commissione Affari Sociali, il Sottosegretario De Filippo ha comunicato che il Ministro Beatrice Lorenzin ha scritto all'Assessore alla sanità Arru, rappresentando " la volontà che, non appena perverranno concrete evidenze del rispetto degli impegni assunti da parte della regione Sardegna, non mancherà il contributo del Ministero della salute per individuare, in condivisione con le Autorità europee, una soluzione per consentire la commercializzazione dei prodotti suini sardi nell'ambito dell'evento EXPO 2015". L'informazione è stata resa in risposta da una interrogazione parlamentare dell'On Capelli sull'utilizzo all'EXPO di Milano di carni suine trattate termicamente provenienti dalla Sardegna.

Il Sottosegretario ha però aggiunto che, "a fronte della pur legittima richiesta, da parte della regione Sardegna, di apertura alla commercializzazione dei prodotti suini cotti, esistono numerosi Accordi con Paesi terzi che escludono qualunque provenienza di carni suine di origine sarda ancorché termizzate". Questi protocolli, "che hanno richiesto anni di trattative ed un intenso lavoro di mediazione sotto il coordinamento dell'Unione Europea, rivestono un notevole interesse per l'industria di trasformazione italiana che, proprio grazie a tali accordi, ha potuto registrare, negli ultimi tempi, l'incremento delle esportazioni di prodotti tipici italiani.

Di conseguenza "in assenza di dati oggettivi che dimostrino il concreto avvio delle attività di eradicazione ed i conseguenti risultati favorevoli, con particolare riferimento alla lotta agli allevamenti illegali di suini (misura che, come più volte evidenziato, rappresenta a livello nazionale ed europeo, il pilastro per fondare le basi di una efficace ed efficiente azione di contrasto alla malattia), appare difficile sostenere, da un punto di vista strettamente sanitario, la sussistenza delle garanzie contenute negli Accordi".

Le barriere veterinarie, determinate dalla presenza in alcune regioni di malattie infettive animali, "condizionano fortemente la filiera suina italiana"- ha rilevato il Sottosegretario.

La richiesta di poter commercializzare, al di fuori dell'Isola, prodotti suini trattati termicamente, seppur rispondente ai requisiti della normativa vigente (Direttiva 2002/99/CE), "deve necessariamente tenere conto dei dati epidemiologici e delle azioni intraprese dalle competenti Autorità della regione Sardegna per una valutazione del rischio della situazione sanitaria, requisito indispensabile per la concessione del regime derogatorio.
Tale necessità trova fondamento nel fatto che le attività straordinarie di eradicazione della peste suina africana, approvate con Grant decision SANTE/VP/2015/IT/SI2.700815 del 30 gennaio 2015 e trasposte in un provvedimento regionale, "non hanno ancora avuto concreto inizio nonostante gli impegni assunti dalla regione Sardegna con la Commissione europea e con il Ministero della salute".

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