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MONITORAGGIO

Frode commerciale fino a quando non c’è fenilbutazone

Frode commerciale fino a quando non c’è fenilbutazone
Tracciabilità, trasparenza e origine. Ingredienti di una frode commerciale. Ma la presenza di fenilbutazone darebbe inequivocabili connotati sanitari alla vicenda. Anche se il rischio sarebbe "minimo".
Se i test raccomandati dalla Commissione Europea portassero alla scoperta del famigerato antinfiammatorio nelle carni sottoposte a monitoraggio, la lettura dei fatti dovrà assumere, senza incertezze, una connotazione sanitaria.

Ne sono convinti i medici veterinari che fino a questo momento sono stati in una "condizione di grande attenzione" ha dichiarato a RAI News Antonio Limone (FNOVI). Nel corso della trasmissione Ippocrate (video) Limone ha puntualizzato che la rete di epidemio-sorveglianza è attiva e funzionante: Ministero della Salute, Istituti Zooprofilattici, Servizi Veterinari territoriali. Limone ricorda i "milioni di controlli" che vengono regolarmente svolti dalla rete veterinaria e aggiunge: "Vogliamo che tutto questo diventi trasparente e abbiano legittimità in etichetta". Non bisogna perdere la tracciabilità del prodotto, ha aggiunto, l'origine e anche l'ambiente in cui si è generato. Fin qui la frode è commerciale, ma se si rinvenisse il farmaco allora si pone un problema di sicurezza alimentare dei consumatori.

Sulla presenza del farmaco nella filiera europea è già scontro: il fenilbutazione è stato scoperto in alcune carcasse di cavallo spedite dalla Gran Bretagna in Francia e "probabilmente" entrate nella catena alimentare, secondo il portavoce del ministero dell'Agricoltura francese che puntato il dito contro il Regno Unito: l'allerta britannica è arrivata troppo tardi. I prodotti sospetti ancora in circolazione sono stati ritirati dal commercio, ma alcuni sono già stati probabilmente consumati, ha aggiunto il portavoce, sottolineando che il ''rischio per la salute è minimo''.

Con la Raccomandazione del 19 febbraio, la Commissione Europea ha invitato gli Stati Membri ad effettuare controlli ufficiali su carni equine destinate al consumo umano (delle specie equina, asinina o mulesca, fresche, refrigerate o congelate) al fine di rilevare la presenza di residui di fenilbutazone.

Il piano coordinato di controllo è attuato per un periodo di un mese, a decorrere al più tardi dal 1 marzo 2013. A seguire gli Stati Membri dovranno inviare una relazione sul monitoraggio svolto.

Dalla Raccomandazione della Commissione Europea: Il fenilbutazone è un medicinale veterinario il cui uso è consentito solo negli animali non destinati alla produzione alimentare, a norma del regolamento (UE) n. 37/2010 della Commissione, del 22 dicembre 2009, concernente le sostanze farmacologicamente attive e la loro classificazione per quanto riguarda i limiti massimi di residui negli alimenti di origine animale. Di conseguenza, i cavalli non destinati alla produzione alimentare, che sono stati trattati con fenilbutazone ad un certo punto della loro vita, non possono entrare nella catena alimentare. Tenuto conto delle pratiche fraudolente relative alle presenza non indicata di carni equine in determinati prodotti alimentari, è opportuno, a fini preventivi, verificare se siano entrati nella catena alimentare cavalli non destinati alla produzione alimentare che sono stati trattati con fenilibutazone.