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STRATEGIE

Piemonte, PSA: non ostacolare abbattimento cinghiali

Piemonte, PSA: non ostacolare abbattimento cinghiali
Più le recinzioni dell'attività venatoria. Nel riesame delle strategie per l'eradicazione della PSA, fra la Regione Piemonte e il Gruppo degli esperti ministeriali è in corso un confronto.

“Anche alla luce dell’ultima riunione ministeriale del Gruppo operativo degli esperti Psa, che si è tenuta il 10 gennaio, il Piemonte ribadisce l’importanza di non porre ostacoli allo svolgimento delle attività venatorie di depopolamento al cinghiale”. Lo dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa, dopo un incontro con le autorità della Provincia di Alessandria. Il Gruppo degli esperti - più orientato alla modifica del tracciato delle reti- ritiene che proprio l’installazione delle recinzioni sia uno dei pilastri della strategia insieme alla ricerca attiva delle carcasse e al depopolamento dei cinghiali.

Il confronto tra la Regione e il Gruppo ministeriale riguarda l'attività venatoria, in particolare nelle zone di restrizione. La regione la autorizza, mentre l'Ordinanza commissariale la prevede solo in subordine all’indicazione del Gruppo Operativo degli Esperti e al completamento delle recinzioni. Su queste ultime gravano difficoltà di ordine economico oltre che di accettazione da parte delle popolazioni territoriali. Per il Ministero della Salute, la caccia  deve essere ritenuta come misura inserita nel complesso delle attività di eradicazione, che va regolamentata, organizzata e svolta sotto controllo, con particolare riferimento alle misure di biosicurezza e previa formazione del settore venatorio.

Sullo svolgimento dell’attività venatoria al cinghiale di tipologia in selezione singola e verso altre specie selvatiche, il Gruppo si è detto "sfavorevole", in considerazione della  situazione epidemiologica, che vede "il riscontro di numerosi casi a conferma di una circolazione virale attiva" e anche tenuto conto della "mancanza di dati certi che consentono di stabilire l’effettivo limite del fronte di malattia".
"Consentire lo svolgimento dell’attività venatoria in qualunque forma, ivi inclusa quella verso altre specie- si legge nel verbale degli esperti- determinerebbe un eccessivo rischio di diffusione della malattia".

Nell’ambito della strategia comunitaria di contrasto alla PSA, nonché sulla scorta dell’esperienza ormai decennale della gestione della malattia in Europa, "dove c’è accertata circolazione virale l’attività venatoria deve essere sospesa, e la sua ripresa è subordinata ad una serie di condizioni e in ogni caso non nel senso di attività ludico sportiva, ma come misura inserita nel contesto delle attività di eradicazione".  Oltre a ciò, il Gruppo non esclude che il peggioramento della attuale situazione epidemiologica regionale sia da ascrivere proprio all’attività venatoria che si sta conducendo sul territorio regionale.

Gli esperti porteranno nuovamente all’attenzione dei vertici politici ed istituzionali le necessità di stanziamento immediato di fondi adeguati per l’installazione delle reti, le attività di depopolamento e la ricerca delle carcasse e la formazione degli stakeholders. La strategia, sostengono gli esperti, deve essere improntata all'eradicazione e non ad una gestione dell'epidemia.

In Piemonte le positività accertate nei cinghiali sono 274.