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PIANO LUPO

Predazioni, il Veneto risarcisce e sollecita il Ministro Costa

Predazioni, il Veneto risarcisce e sollecita il Ministro Costa
Stanziati i fondi regionali per la corresponsione "immediata" degli indennizzi dei danni da grandi carnivori alle produzioni zootecniche.

Mentre vengono pubblicati sul Bollettino regionale del Veneto i dati sulle predazioni da grandi carnivori (Lupo, Orso, Lince) e degli indennizzi agli allevatori, l'Assessore all'Agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan, torna a sollecitare la revisione del Piano Lupo e le strategie nazionali per i danni causati all'agricoltura da animali protetti. La questione ha riflessi anche sulla legittimità di questi aiuti, che deve bilanciarsi fra il regime de minimis imposto dalla Commissione e lo status giuridico di fauna protetta adottato dall'ordinamento nazionale.

I danni subiti nel 2018. L'anno scorso, il lupo in Veneto ha predato 400 capi di bestiame, soprattutto ovicaprini (282 capi), seguiti dai bovini (125) e asini (33 capi). Gli eventi di predazione sono aumentati: 20 in più dell'anno precedente. Il valore economico delle predazioni accertate nel 2018 e avviate a liquidazione ammonta a 168.047 euro. I territori provinciali più colpiti sono quelli di Vicenza e Verona. Per la Giunta, si tratta però di "una risposta parziale e insufficiente al problema della difficile convivenza tra la presenza predatoria di un grande carnivoro, come il lupo, e le produzioni zootecniche”.

Rivisitazione del piano lupo- L’Assessore Pan ha trasmesso i dati al Ministro dell'Ambiente Sergio Costa e alla Conferenza delle Regioni, tornando a sollecitare la  riapertura del confronto nazionale sul piano di gestione della presenza del lupo. Secondo Pan, "l’incremento del numero di attacchi e dei valori economici delle perdite subite deve imporre una rivisitazione complessiva delle strategie di prevenzione e contenimento della presenza del lupo, almeno nelle aree antropizzate e ad alta densità di allevamento”.

La questione degli aiuti di Stato- Gli indenizzi al settore agricolo per danni causati da animali protetti sono possibili solo nell’ambito del regime de minimis: la Commissione ammette solo un contributo minimo per l’attuazione di misure preventive (ad esempio recinzioni di sicurezza laddove possibile, cani pastore, ecc.). In Italia invece, gli indennizzi sono obbligatori, proprio per lo status giuridico di cui gode per la legge italiana tutta la fauna selvatica quale bene indisponibile dello Stato. Un regime – fa notare la Regione- che non si riscontra in altri paesi europei, dove la fauna selvatica, esclusa quella protetta ai sensi della normativa comunitaria, è legata alla proprietà dei fondi rurali su cui insiste.
La Giunta regionale del Veneto ha adottato criteri di indennizzo per conciliare il regime de minimis con l’erogabilità del 100% del danno subito o dell’intervento di prevenzione messo in atto.

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